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Stefano Leo, parla la madre: “Aveva voglia di vivere e conoscere il mondo”

Pubblicato: 20/02/2020 21:05

La madre di Stefano Leo, Mariagrazia Chiri, racconta in un’intervista a Il Corriere Torino la perdita a un anno di distanza del figlio. Il 33enne è stato ucciso il 23 febbraio 2019 ai Murazzi di Torino. Stefano Leo stava andando a lavoro quando è stato accoltellato da Said Mechaquat, 27enne italiano di origini marocchine. L’uomo ha confessato che l’omicidio di Leo è stato casuale, lo ha visto camminare con aria felice e che “non sopportavo la sua felicità“.

La madre di Stefano Leo: il dolore che non si supera

Per la donna la perdita è ancora fresca: “Il dolore non si lascia rimuovere. Diventa il bagaglio che ti accompagna in quel viaggio che è la vita. Ci ho provato a scacciarlo ma è impossibile“.

Mariagrazia Chiri racconta di un vuoto incolmabile: “Ogni giorno provo a ad allontanare il dolore sostituendolo con il sorriso di mio figlio, la sua vitalità, l’amore incondizionato che aveva per il prossimo. Che aveva avuto anche per il suo assassino“.

Un ragazzo aperto al mondo

Stefano Leo è sempre stato incoraggiato dalla madre ad essere indipendente: “Era un ragazzo libero, curioso. Voleva essere felice. Si stava costruendo il futuro“.

Dopo gli studi in Giurisprudenza a Milano, in cui si era trasferito da Biella, decide di cambiare vita e va a lavorare in un ristorante vegano fino al 2014, quando va a vivere in Australia.

Al ritorno in Italia il trasferimento a Torino: “Abitava in un posto bellissimo, che adorava. La sera scattava fotografie al tramonto me le inviava e scriveva ‘casa’. Aveva trovato il suo equilibrio, la sua dimensione“.

L’ultima cena con Stefano

Mariagrazia Chiri racconta che pochi giorni prima della morte del figlio era andata a cena con lui per il suo compleanno. Stefano le aveva offerto la cena, c’erano state chiacchiere sugli amore e la sua vita a Torino.

Non l’ho più rivisto. Era un viaggiatore, ma non un avventuriero. Ovunque andasse, Giappone, Brasile, Nuova Zelanda, stavo in ansia come ogni genitore. Quando pensi a situazioni di pericolo pensi a un incidente stradale. Non a qualcuno che possa uccidere a sangue freddo in strada senza un perché. Non, quello non ti viene in mente“.