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Vittorio Sgarbi si scusa con Barbara D’Urso dopo la lite in diretta tv

Pubblicato: 26/02/2020 15:49

Dopo la lite surreale andata in onda in diretta domenica 23 febbraio a Live – Non è la D’Urso tra Vittorio Sgarbi e la conduttrice Barbara D’Urso, il critico decide di fare un passo indietro con una lettera di scuse pubblicata sulle pagine de Il Giornale.

Lo scontro tra Vittorio Sgarbi e Barbara D’Urso

Lo scontro era nato in seguito alle affermazioni di Sgarbi, intervenuto per parlare del reality La pupa e il secchione e viceversa. L’ospite di Barbara D’Urso ha creato un po’ di scompiglio in studio dopo aver dichiarato di aver ricevuto “da Berlusconi o da Cairo, non ricordo” una telefonata con la quale si chiedeva di raccomandare Stella Manente, concorrente del reality che ha avuto la sfortuna di trovarsi seduta di fianco a Vittorio Sgarbi.

La D’Urso, visibilmente adirata per le affermazioni, si è dissociata chiedendo a Sgarbi di ritirare quanto detto. Di tutta risposta, tra insulti e toni di voce da stadio, Sgarbi le ha detto “Berlusconi mi ha parlato anche di te”. Comprensibile la reazione della conduttrice, che ha (inutilmente) invitato Sgarbi a lasciare lo studio.

La lettera di scuse di Vittorio Sgarbi

Oggi Vittorio Sgarbi ha pubblicato la sua lettera di scuse, parlando di interpretazioni “inesatte“, precisando che il suo intervento “non voleva essere né dissacratorio né provocatorio”. Dopo aver registrato un intervento per l’edizione di quest’anno del reality, Sgarbi ha saputo che quest’ultimo non sarebbe andato in onda a causa della par condicio (dato che Sgarbi era candidato in Emilia Romagna).

Parlando di questo avvenimento, il critico ha pensato “di scherzare, visto l’argomento (nel clima pesante di Coronavirus), e ho aggiunto un particolare, forse frainteso, su una ragazza, che non ho identificato e di cui non ho detto il nome, dicendo che mi era stata ‘raccomandata’”.

“Raccomandare vuol dire prendersi cura”

A questo punto Vittorio Sgarbi precisa il significato, e quindi l’intenzione della sua espressione, della parola “raccomandare”, intendendola come un “prendersi cura, affidare ad altri persona o cosa”, citando anche Dante, Petrarca e Boccaccio a sostegno della sua tesi.

Precisando di non aver avuto alcun tipo di ruolo decisionale nell’organizzazione del programma, Sgarbi sottolinea che “l’interpretazione malevola di ‘raccomandare’ presuppone un potere superiore o diretto, che io non ho. Quindi nulla di male nel dire che mi era stata raccomandata, per la sua avvenenza o per la sua capacità, una ragazza (ripeto, da me non identificata), per nient’altro che per mostrarmi, da parte di una persona di cui non ricordo l’identità, interesse e affezione”.

A questo punto l’attuale sindaco di Sutri ha specificato di aver fatto “in modo caricaturale, per celia, i nomi di Berlusconi e di Cairo. I quali non avrebbe avuto senso raccomandassero a me una ragazza, non essendo io né conduttore né autore né produttore né direttore”. Ma finalmente arrivano le scuse, anche se limitate all’ “aver sottovalutato l’interpretazione negativa, ma comunque non logica, della parola ‘raccomandazione’”.

Le scuse dirette a Barbara D’Urso

Il fraintendimento è nato anche sulla frase “Berlusconi mi ha parlato anche di te”, che Sgarbi definisce “una evidente insensatezza”. “Berlusconi mi ha sempre parlato bene della D’Urso – prosegue nella sua lettera – sul piano umano e sulle capacità di lavoro, e io ho semplicemente condiviso. Mi ha raccomandato di apprezzarne il merito. Ho tentato di spiegare che quella ‘raccomandazione’ era una lode, e non una richiesta; ma è stato impossibile”.

Posso dunque scusarmi di aver sottovalutato l’uso improprio e univoco del termine ‘raccomandazione’ – conclude Vittorio Sgarbi –  e l’accezione decisa, nonostante l’impossibilità degli effetti, da Barbara D’Urso. Spero di essere stato chiaro”.