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Afghanistan, firmato storico accordo per la pace tra gli USA e i talebani

Pubblicato: 29/02/2020 16:58

A Doha, capitale del Qatar, è stato firmato uno storico accordo tra l’amministrazione Trump e i talebani, che sancisce l’inizio della fine della guerra in Afghanistan. Dopo 18 anni di conflitto, ben pochi risultati sul campo e un anno di difficili negoziati, gli Stati Uniti e i talebani hanno siglato un accordo decisivo per il futuro del Paese asiatico. Le incognite su cosa accadrà ora, però, non mancano.

Doha, gli Stati Uniti e i talebani firmano l’accordo di pace

L’accordo tra Stati Uniti e talebani prepara le fasi finali di un conflitto andato avanti dagli attacchi dell’11 settembre 2001. Il tavolo dei negoziati di Doha è stato preparato dal diplomatico Zalmay Khalilzad, rappresentante speciale del governo americano per la riconciliazione in Afghanistan. Ha partecipato anche il Pakistan, figura decisiva per gli interessi che porta avanti nel Paese vicino.

Cosa prevede l’accordo

  • Le proposte delineate sono principalmente il ritiro delle truppe USA dal Paese e dall’altra parte l’impegno dei talebani a non portare avanti attacchi contro americani dentro e fuori i loro confini.
  • Al momento ci sono 13mila soldati americani in Afghanistan, che dovrebbero smobilitare entro 14 mesi. Inizialmente, gli Stati Uniti ridurranno le truppe sul campo a 8,600.
  • Ci sarà un processo di “monitoraggio e verifica” da parte americana per assicurare che i talebani tengano fede agli impegni. Il 10 marzo inizieranno le trattative tra talebani e il governo afghano, oltre ad un iniziale scambio di prigionieri tra le parti.
  • Ci sarà poi la revisione delle sanzioni contro il gruppo armato, che dovrebbero cessare entro fine agosto. I talebani sono stati indicati nell’accordo come “Emirato Islamico dell’Afghanistan“.

Le incognite sul futuro dell’accordo

Quello firmato oggi a Doha segna l’inizio di un percorso che dovrebbe poi continuare tra il governo afghano e i talebani. Le incertezze, anche su quanto sancito nel trattato non mancano. Per Donald Trump segna un punto a favore: la fine della guerra più lunga degli Stati Uniti può essere un argomento importante nella campagna per le presidenziali.

All’interno dell’amministrazione americana, comunque, si procede con cautela. “L’accordo non significa nulla – e i buoni sentimenti di oggi non dureranno – se non intraprendiamo azioni concrete sugli impegni presi e le promesse fatte“, ha dichiarato Mike Pompeo, il Segretario di Stato.

Il dilemma dei diritti civili

Il tasto dolente delle trattative è quello dei diritti civili e dei diritti delle donne. I talebani non hanno dato rassicurazioni riguardo il rispetto della condizione delle donne nel Paese, a cui il loro regime impedisci di accedere all’istruzione e alla vita pubblica.

La turbolenta situazione politica in Afghanista

Altro problema è il fragile regime afghano, che vede ora entrare in gioco un nuovo attore riconosciuto, l’Emirato Islamico. Le elezioni dello scorso settembre hanno consegnato una vittoria incerta ad Ashraf Ghani.

Il suo opponente, Abdullah Abdullah, ha rigettato la conferma arrivata dopo 5 mesi, il 18 febbraio, della vittoria di Ghani. Il presidente è stato accusato di brogli ed irregolarità e Abdullah minaccia di costruire un altro governo in opposizione.