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Medico contro i politici: “Anni di tagli alla sanità, ora non chiamateci eroi”

Pubblicato: 08/03/2020 16:29

Durissimo sfogo di un medico su Facebook, che attacca la politica e gli attestati di stima delle ultime settimane verso il sistema sanitario italiano. Dopo anni di tagli alla sanità, ora non chiamateci eroi. Non vogliamo i vostri complimenti, scrive l’Anestesista Rianimatore Franco Turani. In un momento in cui l’Italia si trova ad affrontare un’emergenza sanitaria nazionale, il dottor Turani sottolinea l’incoerenza e l’ipocrisia della politica. Migliaia di medici che fanno i salti mortali e mille sacrifici, con dedizione e competenza come ha ricordato anche il Presidente Mattarella, in un momento difficile per tutti. Nonostante i tagli e gli ostacoli che la sanità italiana ha dovuto affrontare nel corso degli anni.

L’invettiva del dottor Turati contro i politici

Dunque ci siamo svegliati dal lungo sonno, cari politici carissimi”. Con queste parole sarcastiche incomincia la dura invettiva dell’anestesista rianimatore. “Assessori alla sanità, carissimi direttori di cattedra, carissimi politici anti-vaccini. Ci sarebbero (ormai su tutti i gazzettini italici) gli eroi medici e infermieri a reggere lo stellone italiano. Dopo anni di tagli e chiusure di reparti, assistenze infermieristiche affidate a cooperative a tariffe innominabile, politiche universitarie illogiche e vergognose, politiche aziendali sanitarie affidate a politici e professionisti del nulla, occupatori a inerzia di talk show pagati a peso d’oro, dove sentenziano di ciò che non sanno e non possono sapere. Perché ci vogliono decine e decine di anni di corsie e notti insonni e paura e ansie per capire qualcosa”.

“Non vogliamo i vostri complimenti”

L’attacco del dottor Turati non si ferma qui, ma prosegue ancor più duramente. “Siete voi i vecchi aristotelici tipo don Ferrante spazzati via dalla peste Manzoniana. Non ci stiamo! Non vogliamo i vostri complimenti e non vogliamo i vostri attestati! Facciamo noi medici e infermieri, nelle aree critiche e non, da sempre il nostro dovere, in silenzio senza clamore. Lasciateci lavorare in pace, lasciateci stare vicini ai nostri pazienti, ai nostri colleghi che lavorano e soffrono con dignità. Un abbraccio particolare ai colleghi anestesisti e infermieri di area critica nelle regioni del nord più colpite dall’epidemia”. Il dottore non ha usato mezze misure.