Il 10 marzo la Regione Lombardia ha chiesto aiuto per gestire l’emergenza coronavirus. In tutta Italia i numeri salgono, ma la Regione lombarda resta la più colpita. Con un avviso pubblicato sul sito istituzionale, vengono chiamati a raccolta tutti coloro, medici in quiescenza, infermieri e specializzandi, interessati a prestare servizio nelle aziende ospedaliere del territorio e a dare così una mano ai colleghi in questo momento difficile.
Il bando della Regione Lombardia
Oltre al problema dei posti di Terapia Intensiva, che cominciano a scarseggiare nelle maggiori strutture ospedaliere, la difficile situazione coinvolge anche il personale sanitario. Da molti giorni impegnati in prima linea, medici e infermieri non riescono a far fronte allo straordinario afflusso di pazienti, senza contare il pericolo, sempre reale, di contrarre a loro volta l’infezione.
Da qui l’esigenza di assumere nuovo personale, facendo affidamento anche su medici in pensione o su giovani specializzandi. Il bando della Regione ha l’obiettivo di costituire un apposito elenco di medici disponibili a prestare attività assistenziale 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Le figure più richieste sono quelle legate alla Rianimazione e alla Terapia Intensiva, alle malattie dell’apparato respiratorio e alle malattie infettive, ma anche quelle nell’ambito della dirigenza sanitaria.
Boom di candidature
In soli due giorni sono pervenute 650 candidature: “Martedì sera abbiamo fatto l’avviso, in due giorni siamo a 650 domande pervenute, cioè 650 persone del mondo sanitario che vogliono essere assunte e entrare in questa battaglia”, ha detto in conferenza stampa Giulio Gallera, assessore lombardo al Welfare.
Cento persone già assunte
In soli due giorni la risposta è stata estremamente positiva, tanto da essere sottolineata dalle stesse istituzioni: “Una nota positiva è quella delle persone, dei medici e degli infermieri, che stanno rispondendo alla nostra chiamata a darci una mano, a entrare nel sistema sanitario, a lavorare per contrastare il coronavirus e questa emergenza”, ha detto Giulio Gallera.
Per il momento sono già state valutate le candidature di 100 persone, che verranno distribuite nei presidi ospedalieri attualmente più in difficoltà: “Di queste, circa la metà sono specializzandi, medici e laureati in medicina non specializzati, e circa il 55% sono infermieri o ostetriche”, ha fatto sapere l’assessore. Nelle prossime ore si passerà alla valutazione delle altre 550 candidature e di quelle che, eventualmente, continueranno ad arrivare.
Gallera critico sulla Protezione Civile
Durante un’intervista al TG3, l’assessore Gallera ha anche commentato lo stop alla creazione di un ospedale da campo nella Fiera di Rho a Milano. “Purtroppo siamo molto rammaricati. Capiamo le motivazioni di tutti ma ci hanno fatto lavorare per una settimana. Abbiamo fatto i salti mortali, abbiamo trovato la possibilità di realizzare un intero spazio con dei prefabbricati per 500 posti, volevamo realizzarlo in 8 giorni. Oggi ci dicono che non hanno i respiratori a sufficienza, non hanno i monitor, non c’è personale“, commenta Gallera.
L’assessore conclude critico: “Ci dispiace, perché ancora una volta dalla Protezione Civile ci aspettavamo una mano forte e invece prendiamo atto che arriveranno pochi respiratori ma faremo di tutto per resistere“.
Il contagio in Lombardia
Gallera dà anche i numeri del coronavirus nella Regione, la più colpita in Italia. Sono 9820 i contagiati, di cui 4435 gli ospedalizzati, mentre crescono a 890 i decessi (+146). La Lombardia cerca sul mercato internazionale i respiratori, così da continuare sulla strada della realizzazione di un grande ospedale.
In alternativa già pronta l’ipotesi di usare le palazzine di Niguarda o i piani inutilizzati del San Carlo e di altri ospedali. “Si possono ampliare 10, 15, 20 posti letto di Terapia Intensiva. Siamo arrivati a 1090 posti letto, ne abbiamo recuperati 13 da ieri. Ogni giorno mettiamo un piccolo mattone per resistere“, dichiara Gallera.
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