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Coronavirus, Mario Draghi avverte sui rischi del dopo-emergenza

Pubblicato: 26/03/2020 11:47

L’emergenza Coronavirus tiene gran parte delle attenzioni condensate intorno al sistema sanitario nazionale, e alla sua tenuta dopo lo stress dovuto all’esplosione dell’epidemia, ma lo scenario da osservare si sottopone allo sguardo sotto molteplici fronti. Da quello sociale a quello economico, sono tanti gli aspetti da tenere in considerazione nelle proiezioni sul dopo-emergenza. L’ex presidente della Bce, Mario Draghi, avverte sui rischi e sui possibili contraccolpi.

Coronavirus: le parole di Mario Draghi

L’intervento dell’ex presidente della Bce sull’analisi dell’emergenza Coronavirus arriva con un commento pubblicato sul Financial Times in cui Mario Draghi dice la sua su possibili contraccolpi e rimedi alla crisi che si apre all’orizzonte di famiglie, imprese e conti pubblici.

Ci troviamo di fronte a una guerra e dobbiamo muoverci di conseguenza“, ha scritto, tracciando la cornice di una sfida da centrare su “come agire con sufficiente forza e velocità per prevenire che una recessione si trasformi in una prolungata depressione, resa ancora peggiore da una pletora di default che lasciano danni irreversibili“.

Le parole di Draghi, riportate anche da Ansa e Adnkronos, richiamano alla necessità di uno sforzo unitario, da parte dell’Europa, per contrastare i danni collaterali all’attuale battaglia sanitaria su scala internazionale.

La pandemia di coronavirus è una tragedia umana di proporzioni potenzialmente bibliche. Molti oggi vivono nel terrore o piangendo i loro cari. Le azioni intraprese dai governi per evitare che i sistemi sanitari vengano travolti sono coraggiose e necessarie. Devono essere sostenute. Ma quelle azioni comportano un enorme e inevitabile costo economico“.

Il ruolo dello Stato e dell’Europa

L’ex numero uno della Bce ha parlato di “circostanze non previste” che impongono un approccio profondo e più incisivo dal punto di vista economico, per scongiurare l’orizzonte di danni ancora peggiori: “La perdita di reddito non è colpa di chi la soffre. Il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile“.

La risposta – ha aggiunto – deve coinvolgere un significativo aumento del debito pubblico“. Il ruolo dello Stato, a suo dire, dovrebbe puntare su altre priorità oltre alla “garanzia di un reddito base a chi perde il lavoro”.

Dobbiamo evitare che la gente perda il lavoro, innanzitutto. Se non ci riusciamo, usciremo da questa crisi con un’occupazione più bassa in modo permanente“.

Secondo lo scenario delineato da Draghi nel suo intervento sul Financial Times, l’Europa avrebbe un buon bagaglio di risorse per affrontare questa situazione straordinaria. A partire dalla sua struttura finanziaria “capace di far confluire fondi in ogni parte dell’economia”. Il settore pubblico di cui è dotata, ha poi aggiunto, sarebbe in grado di “coordinare una risposta rapida“.

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2020 13:20