Vai al contenuto

Renzi vuole riaprire l’Italia, i virologi insorgono: “Irrealistico”

Pubblicato: 28/03/2020 17:28

Matteo Renzi è finito al centro di una bufera mediatica dopo un’intervista rilasciata ad Avvenire. L’ex premier auspica una riapertura graduale di scuole e fabbriche e invita la politica a programmare una ripresa delle attività, nonostante l’emergenza coronavirus in Italia non abbia ancora raggiunto il suo picco. Diverse voci del mondo scientifico e politico hanno duramente attaccato il leader di Italia Viva per la posizione giudicata irricevibile in questo momento.

Matteo Renzi: “Bisogna ripartire”

Nell’intervista che ha scaldato gli animi, Matteo Renzi ha prospettato una situazione d’emergenza che andrà avanti per un bel po’. “Questo virus ci farà ancora male. Non per settimane, per mesi e mesi. Il vaccino non c’è e se andrà bene torneremo ad abbracciarci tra un anno, se andrà male tra 2…“. dichiara Renzi.

Per questo, l’ex premier dichiara che non si può tenere sospesa l’Italia per tutto questo tempo: “Sono 3 settimane che l’Italia è chiusa e c’è gente che non ce la fa più. Non ha più soldi, non ha più da mangiare. (…) Senza soldi vincerà la disperazione. Serve attenzione, serve gradualità, serve il rispetto della distanza. Ma bisogna riaprire“.

La proposta per fabbriche e scuole

Renzi ha spiegato il suo piano anche in un videomessaggio sui social ribadendo le tempistiche: “Non penso che la soluzione sia quella di chiudere tutto e stare chiusi in casa. Dobbiamo pensare a come gestire l’uscita“.

Renzi chiede test sierologici per tutti, così da capire “se hai già preso il COVID, che potrebbe aver già colpito una parte della popolazione giovane che è stata asintomatica” e ha quindi sviluppato gli anticorpi. “Si torni a scuola il 4 maggio. Almeno i 700mila studenti delle ‘medie’ e i 2 milioni 700mila delle ‘superiori’. Tutti di nuovo in classe, mantenendo le distanze e dopo aver fatto comunque tutti un esame sierologico: una puntura su un dito e con una goccia di sangue si vede se hai avuto il virus“, chiarisce nell’intervista.

Poi, secondo il leader di Italia Viva, bisogna “riaprire gradualmente, a macchia di leopardo, le fabbriche da aprile“, così da scongiurare la crisi economica. Renzi si dice contrario a qualsiasi forma di reddito di cittadinanza esteso: “Se possiamo mettere in condizione le imprese di tornare a una nuova normalità bisogna farlo“.

Bocciato dai virologi: Burioni risponde duramente

A rispondere alla proposta di Renzi sono stati in primis gli specialisti che in questo periodo monitorano attentamente il decorso della pandemia. “In questo momento la situazione è ancora talmente grave da rendere irrealistico qualunque progetto di riapertura a breve. PS: siccome qualcuno ha difficoltà a comprendere il testo scritto, sono più chiaro. Al momento bisogna stare tappati in casa, altrimenti si vanificano i sacrifici che abbiamo fatto fino ad ora, punto e basta“, è stata la risposta tagliente di Roberto Burioni.

Post su Facebook di Roberto Burioni
Post su Facebook di Roberto Burioni

Dai colleghi del professor Burioni, il messaggio è lo stesso: “Non ci sarà un unico picco di casi ma ci saranno presumibilmente vari picchi sul territorio, in tempi diversi. Dunque l’arma più efficace per ora restano l’isolamento e le misure restrittive“, ha dichiarato Fabrizio Pregliasco all’ANSA.

La politica contro Renzi

Vedere tutti gli schieramenti politici compatti è davvero eccezionale, eppure Matteo Renzi è riuscito anche in questa impresa. Da destra a sinistra l’attacco contro le sue proposte è unanime. Carlo Calenda, leader di Azione, ha commentato: “Quando riaprire lo definirà l’andamento dei contagi. Altrimenti il lockdown sarà stato inutile. Come riaprire abbattendo rischio di ripresa dei focolai, dobbiamo deciderlo ora. Pianificarlo e organizzarci. Rapidamente“.

Anche Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana demolisce la proposta: “Vedo che Renzi propone di riaprire scuole e imprese prima di Pasqua. Su quale base scientifica lo fa? È diventato epidemiologo?“.

Post su Facebook di Nicola Fratoianni
Post su Facebook di Nicola Fratoianni