Oltre 170mila prodotti parafarmaceutici e integratori sequestrati dalla Guardia di Finanza di Torino: è il bilancio dell’operazione che ha condotto alla denuncia di due coniugi che proponevano una “ricetta” per guarire dal Covid-19.
Proponevano “ricetta” per guarire dal Covid-19
Una “ricetta” per guarire dal Covid-19, la malattia infettiva causata dal Coronavirus: è questo quanto proposto sul web da una coppia, marito e moglie, denunciati dalla Guardia di Finanza di Torino.
Non c’è alcuna cura e alcun vaccino, attualmente, per contrastare il virus, ma c’è chi continua a proporre soluzioni “miracolose” e prive di validità scientifica, ingannando ignari utenti e rischiando di esporli a grandi rischi.
Il caso in questione riguarda due coniugi 70enni, amministratori di una società di Peschiera Borromeo (Milano) attiva da anni nel campo dei prodotti farmaceutici e degli integratori, denunciati dalle Fiamme Gialle del capoluogo piemontese nell’ambito di una vasta operazione che ha portato al sequestro di oltre 170mila prodotti.
Le indagini dei militari – coordinati dalla Procura di Milano, pm Tiziana Siciliano, coordinatrice del VI Dipartimento “Tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro”, e Mauro Clerici – hanno smascherato anche un tessuto di contatti commerciali all’estero. Parte della merce sequestrata, comunicano i finanzieri, era destinata al mercato europeo (a clienti tra Francia, Germania, Austria e Svizzera).
Un “protocollo medico” inventato e pubblicizzato sul sito
Dall’attività investigativa della GdF è emerso che la coppia pubblicizzava sul sito della società un “protocollo medico” inventato che prevedeva la somministrazione di integratori e altre terapie non meglio precisate contro il Coronavirus.
“Nessuna fondatezza – precisano gli inquirenti – ma solo una vera e propria frode in commercio, resa ancor più riprovevole visto il momento storico che il Paese sta attraversando“.
I coniugi sarebbero già noti alle cronache – si legge nel comunicato del Comando provinciale di Torino – per una vicenda del passato che li avrebbe visti finire in manette con l’accusa di esercizio abusivo della professione medica e somministrazione di farmaci guasti o imperfetti.
Non solo Coronavirus: promesse “cure” contro altre patologie
Secondo quanto emerso dalle indagini, la coppia avrebbe ideato un “ricettario medico che di medico e curativo aveva ben poco“. I siti web riconducibili alla società sono stati oscurati e sottoposti a sequestro preventivo, così come alcune pagine social in cui si esortavano gli utenti alla massima condivisione dei protocolli ideati dalla coppia.
Nell’ambito dell’operazione, i finanzieri hanno inoltre scoperto che marito e moglie avrebbero anche pubblicizzato “protocolli medici da seguire per contrastare anche forme gravi di patologie” senza alcun titolo per l’esercizio della professione medica.