In questi giorni difficilissimi, i medici e gli infermieri sono chiamati a combattere in prima fila l’emergenza Coronavirus, in una situazione completamente inedita.
Dalla provincia di Torino arriva la storia di un’intera famiglia dedita alla battaglia contro il virus: si tratta di 6 fratelli e sorelle che, in veste di medici, operano in diversi ospedali del torinese.
Una passione per la medicina ereditata dal padre
Il settimanale Lavalsusa riporta l’incredibile storia dei 6 fratelli e sorelle che hanno deciso di dedicare la loro vita alla medicina e in questo periodo stanno affrontando il nuovo Coronavirus. I fratelli Tizzani sono originari di Giaveno, in provincia di Torino e appartengono ad una famiglia molto numerosa di 11 figli.
Davide, Pietro, Emanuele, Barbara, Maria e Alessandra Tizzani sono 6 dei numerosi figli che hanno deciso di seguire le orme paterne. Infatti anche il padre Pier Luigi era di professione medico e ha trasmesso la passione per il suo lavoro anche ai figli. “Nostro papà aveva un grande cuore – racconta Barbara a La Stampa – faceva le visite e non si faceva pagare. Ho avuto la fortuna di imparare da lui: lo guardavo alle prese con i pazienti, ammiravo la sua manualità ma soprattutto il rispetto che aveva per le persone”.
I fratelli impegnati in tutta la provincia torinese
I fratelli, tutti specializzati in medicina di pronto soccorso, non operano insieme, ma si dividono in diversi ospedali della provincia di Torino, tra cui le Molinette e il Giovanni Bosco. Come molti medici e infermieri in Italia e in tutto il mondo, in questo difficile e delicato periodo il loro intervento è indispensabile e i 6 fratelli si trovano in prima linea per curare i pazienti che hanno contratto il Covid-19.
“Sono orgoglioso del lavoro dei miei cugini, sono un esempio e un messaggio di speranza in questo momento di grande difficoltà – sono le parole del loro cugino Stefano Tizzani, avvocato penalista – Sono fiero perché continuano la tradizione di famiglia, iniziata con nonno Felice e proseguita con il loro papà Pier Luigi”.