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Coronavirus: il dramma dei disabili e delle loro famiglie, lasciate sole nell’emergenza

Pubblicato: 06/04/2020 18:23

Il Coronavirus ha portato con sé tante altre emergenze e ha fatto diventare più gravi i disagi di molte persone che si trovano a far fronte, quotidianamente a paure ed incertezze.

È il caso delle famiglie con disabili, che stanno denunciando a gran voce le difficoltà nel gestire la quarantena e il distanziamento sociale dei loro cari. In tutto questo, gli interventi messi in campo dal Governo vengono giudicati insufficienti, tra ristrettezze economiche e confusione sui provvedimenti.

Siamo equiparati a pazienti di scarto

Non si è mai parlato espressamente di disabili, solo di anziani e di fragilità – ha spiegato a L’Espresso Elena Improta, mamma di Mario, gravemente disabile, e presidente di Oltre lo sguardo onlus – Sappiamo che di fronte agli ospedali intasati e con la scarsità di terapie intensive i medici dovranno fare una scelta: cioè salvare la persona più giovane che non ha patologie pregresse e questo ci preoccupa”.

Il dramma del triage, reso ancora più importante dall’epidemia, è fonte di angoscia per queste famiglie, che spesso devono prendersi cura di una persona con disabilità all’interno della propria abitazione, senza possibilità di uscire o ricevere assistenza: “Ho paura che implicitamente stiano dicendo che i nostri figli saranno gli ultimi della lista e i primi che non avranno un letto in rianimazione – racconta con amarezza Elena – Siamo equiparati a pazienti di scarto e questo mi terrorizza”.

Il rischio reale è quello di un eccidio

La sequenza di decreti che imponevano una progressiva limitazione degli spostamenti, e persino l’ultima polemica sulle passeggiate all’aperto, hanno aumentato la confusione dei caregiver su cosa sia consentito fare nella gestione di un parente disabile. A tutto ciò si aggiunge il tema dei tamponi, che vengono considerati fondamentali per evitare la diffusione del virus nei centri dedicati a questi pazienti.

In un accorato appello pubblicato dal Corriere della Sera, Roberto Speziale, presidente dell’Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità, ha chiesto al Governo di avviare una campagna di tamponi a tappeto nelle strutture residenziali per persone con disabilità, per scoprire i positivi al Covid-19 prima che sia troppo tardi: “Se così non sarà, il rischio reale è quello di un eccidio perché le persone con disabilità, ma anche gli anziani non autosufficienti, essendo debilitati, non riusciranno a salvarsi”. La paura concreta, sottolinea Speziale, è che queste persone finiscano, senza volerlo, per essere trattate come cittadini di serie B.