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Coronavirus, Germania: perché il tasso di mortalità è così basso secondo gli esperti

Pubblicato: 06/04/2020 10:12

Nelle settimane durissime della battaglia contro il Coronavirus, gli occhi degli esperti sono puntati anche sui dati dei decessi su scala internazionale. Un caso, in particolare, è balzato all’attenzione di molti ed è stato oggetto di un’inchiesta del New York Times: perché il tasso di mortalità in Germania è così basso? Al 5 aprile, secondo la Johns Hopkins University, sono stati registrati oltre 91mila contagi e 1.295 decessi, con una letalità dell’1.4%, mentre altri Paesi europei come Italia, Spagna, Francia fanno i conti con ben altri numeri.

Coronavirus e tasso di mortalità in Germania: un’anomalia?

Il New York Times riporta le parole di Hendrik Streeck, direttore dell’Istituto di Virologia dell’ospedale di Bonn che sarebbe stato contattato dai colleghi di mezzo mondo proprio per approfondire il caso del minore tasso di mortalità da Coronavirus in Germania.

Si è parlato di un’anomalia tedesca“, ha dichiarato il professore al quotidiano, spiegando quali sarebbero alcuni dei motivi dietro una situazione che vedrebbe attualmente decine di migliaia di contagi (oltre 91mila, secondo la Johns Hopkins University) e un tasso di mortalità che si sarebbe attestato intorno all’1,4%.

Ed è intorno a questo dato, diverso da quanto invece registrato in Paesi come Italia (12%), Francia, Spagna e Regno Unito (10%), che si accende la curiosità di studiosi e non. La Germania è realmente un’eccezione?

I possibili motivi secondo gli esperti

Hans-Georg Kräusslich, direttore di Virologia all’ospedale universitario di Heidelberg, ha parlato al New York Times spiegando i possibili retroscena di un dato così basso rispetto alla media europea (che attualmente, riporta Agi, si attesterebbe intorno a una mortalità del 7,8%).

Anzitutto ci sarebbe una netta differenza dal punto di vista demografico: l’età media delle persone infette, in Germania, è inferiore rispetto ad altri Paesi: secondo gli studi finora condotti, sarebbe di 49 anni, relativamente bassa rispetto a quanto osservato ad esempio tra Francia e Italia (età media dei contagiati intorno ai 62 anni).

Molti dei primi pazienti hanno preso il virus nelle stazioni sciistiche austriache e italiane ed erano relativamente giovani e sani“, ha dichiarato Kräusslich.

Più test sulla popolazione

Un’altra spiegazione del basso tasso di mortalità tedesco sarebbe ascrivibile, per gli esperti, al fatto che verrebbero condotti più test rispetto a quanto avviene in altre nazioni. Questo approccio fotografa un numero maggiore di positivi asintomatici o paucisintomatici e, di fatto, si assisterebbe così all’aumento di casi noti. “Ciò riduce automaticamente il tasso di mortalità sulla carta“, ha precisato il professor Kräusslich.

Dietro la situazione tedesca, per gli esperti intervistati dal New York Times, ci sarebbero anche importanti fattori medici che avrebbero contribuito a mantenere basso il tasso di mortalità: test e trattamenti precoci e diffusi, numerosi letti di terapia intensiva a disposizione e il rispetto delle regole di distanziamento sociale.

Non ci sarebbe, dunque, nessuna anomalia così come sottolineato dal virologo Chistian Drosten, dell’ospedale Charité di Berlino: “Il motivo per cui in Germania abbiamo così poche morti al momento rispetto al numero di infetti può essere ampiamente spiegato dal fatto che stiamo facendo un numero estremamente elevato di diagnosi di laboratorio“.

La scelta tedesca si sarebbe orientata immediatamente sul “modello coreano” basato su test e monitoraggio sul più ampio spettro di cittadini possibile.

In Germania, riferiscono gli studiosi al quotidiano, si stanno effettuando circa 350mila test sul Coronavirus a settimana, “molto più di qualsiasi altro paese europeo“. 

Questo approccio, riporta il New York Times, avrebbe permesso di isolare un maggior numero di positivi rallentando così la diffusione dell’epidemia nel Paese. “Ha inoltre consentito di somministrare il trattamento salvavita in modo più tempestivo“, hanno aggiunto gli esperti.

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2020 10:21