Vai al contenuto

La lettera di Conte: “Giorni più difficili che la nostra storia ricordi”

Pubblicato: 11/04/2020 17:06

In una lunga lettera indirizzata a L’Avvenire, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha voluto racchiudere tutta l’emozione che il Paese sta vivendo in questa emergenza da Coronavirus in concomitanza con la Pasqua. Conte ha condiviso una profonda riflessione in merito al momento pasquale che, per la prima volta, non vedrà le famiglie riunirsi intorno alla tavola imbandita o a un grill su un prato.

La lettera di Conte

Il Presidente del Consiglio si è rivolto al direttore riferendosi a questi come “I giorni più difficili che la nostra storia recente ricordi”. Parlando della Pasqua imminente, “Che rimarrà scolpita per sempre nelle nostre vite”, Conte ha voluto ribadire come questo momento, seppur complicato, duro e segnato da sentimenti di solitudine e lontananza “Rapprensenta una sfida epocale per ciascuno di noi”.

Ogni giorno questo dramma interpella le nostre coscienze, pone interrogativi profondi sul mistero della morte e della sofferenza, sul destino comune dell’uomo. Proprio nel momento nel quale le misure di distanziamento sociale ci allontanano fisicamente l’uno dall’altro, sperimentiamo, nella misura più intensa, la dimensione della comunione, nella consapevolezza – come ha ricordato il Papa – di trovarci tutti sulla stessa barca”.

Un pensiero a chi non ce l’ha fatta

Conte ha poi proseguito la lettera ricordando la grave perdita umana subita dal nostro Paese in termini di vite umane, “Tante, troppe le storie di chi ha pagato con la vita la lotta contro questo nemico invisibile” ha scritto il Premier parlando di un prezzo altissimo, pagato anche da molti sacerdoti (che insieme agli operatori sanitari, sono stati ricordati dal Papa durante la via Crucis).

Il Presidente del Consiglio, appellandosi sempre al ruolo svolto dai sacerdoti sul territorio, ha ricordato quanto fatto dalla Chiesa in questa emergenza, ringraziando personalmente il Cardinal Bassetti e tutta la Conferenza Episcopale per le donazioni, e per aver “Compreso la dolorosa decisione di celebrare sine populo le liturgie” ed aver dimostrato “ancora una volta la sua naturale vocazione al dialogo e alla cooperazione con le istituzioni civili”.

Un appello al servizio civile universale

Infine, nella sua lunga lettera, il Presidente del Consiglio ha espresso una riflessione in merito al mondo del volontariato, all’associazionismo di base e del Terzo settore affermando di aver “Accolto con vivo interesse” un appello lanciato dallo stesso quotidiano in merito “Ad avviare una riflessione sul Servizio Civile Universale”.

Una mobilitazione dei più giovani, afferma Conte, “Tende a ripagare i sacrifici di chi li ha preceduti, restituendo loro i frutti di quel mutualismo civico e di quel vincolo solidale su cui la nostra Repubblica ha sempre potuto contare”.

La lontananza unirà di più le persone

La lettera del Presidente del Consiglio si conclude con una riflessione in merito alla Pasqua che, come lo stesso spiega, rappresenta un momento di passaggio. Una festività che, anche se limitati tutti negli spostamenti, sarà “Una Pasqua di prossimità”.

La lontananza di questi giorni vissuti in casa ci aiuterà a ritrovarci ancora più uniti, rinforzati da un’esperienza che ci ha costretto a misurarci con le stesse difficoltà, alle quali abbiamo risposto con una voce sola. Il mio auspicio è che questi giorni difficili siano un “passaggio” verso momenti più sereni: torneremo gradualmente padroni del nostro quotidiano, delle nostre abitudini. Ci riprenderemo le nostre vite, scoprendo di essere una comunità forte, orgogliosa, solidale”.