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Cucire mascherine da donare: storia di una gara solidale che ha coinvolto un intero paese

Pubblicato: 23/04/2020 15:12

Caraffa di Catanzaro è un comune di poco meno di 2mila abitanti che nelle ultime settimane è stato protagonista di una vera e propria gara di solidarietà. Come spesso accade, da quando i social media sono diventati uno strumento di comunicazione privilegiato da parte dei cittadini e anche delle amministrazioni pubbliche, tutto parte da un post sulla pagina Facebook proprio del Comune calabrese.

Il post ritrae la stilista Lucia Bubba, originaria di Caraffa di Catanzaro, mentre cuce delle mascherine. Il gesto ha ispirato moltissimi altri professionisti del settore tessile che hanno condiviso i propositi e le responsabilità di essere solidali in questo momento. La pagina Facebook del Comune si è infatti popolata di altri post che mostrano specialisti tessili intenti a cucire mascherine per mettere al servizio della comunità le proprie competenze, la propria arte, per aiutare i cittadini a proteggersi dal rischio di contagio da Covid-19. Queste iniziative hanno permesso a decine di famiglie, che non erano riuscite ad acquistare una mascherina, di far fronte alla carenza dei dispositivi di protezione individuale necessari per proteggere se stessi e l’intera comunità. Abbiamo raggiunto Lucia Bubba per farci raccontare la “genesi” di questa gara di solidarietà.

La passione per il mondo della moda

Non si può certo dire che Lucia Bubba si sia “improvvisata” nella creazione di mascherine. Lavora infatti come stilista da anni e ha un suo atelier a Catanzaro, città in cui vive pur essendo cresciuta a Caraffa di Catanzaro, e dove crea abiti da sposa e vestiti su misura per uomini e donne. Come lei stessa racconta, la passione per il mondo della moda viene da lontano e già quando era una bambina era evidente ai suoi familiari: “La mia passione è nata per caso. Da piccola, mi piacevano i vestiti e mia mamma mi ha raccontato che le mie bambole erano tutte ben vestite“.

Col tempo, la passione si è trasformata nel sogno di diventare una stilista. Dopo le scuole medie, Lucia ha deciso di intraprendere un percorso di studi specifico e non sono stati pochi i sacrifici affrontati per riuscire a realizzare questo sogno: “Mi sono iscritta alle superiori in un percorso di moda con tantissime difficoltà perché la scuola non era a Catanzaro, ma era a Lamezia Terme: non c’erano pullman, c’era solo il treno. Lì ho frequentato sia una scuola privata sia l’IPSIA statale“.

L’istituto è collegato alla scuola di moda Burgo di Milano ed è lì che la Bubba ha vinto diversi concorsi nella capitale mondiale della moda. Si è trovata allora di fronte a un bivio: “Mi avevano offerto di rimanere a lavorare a Milano e in quel momento ho avuto la mia prima “crisi”! Lì, ho scelto di tornare a vivere in Calabria perché l’amore verso la mia famiglia e il desiderio di non separarmene erano più forti della mia passione“.

Adesso, Lucia ha 47 anni ed è riuscita a realizzare il suo sogno. È stata “scoperta” anni fa da un sarto di Catanzaro, Domenico Mancuso, che, oltre ad insegnarle tantissimo, le ha dato “una grandissima opportunità” presentandola all’Accademia Costume e Moda di Roma: “Ho vinto molti concorsi e sono arrivata tra le prima 10 stiliste a livello internazionale. Sono stata sulle passerelle dell’alta moda romana e ho vestito modelle internazionali, poi mi hanno anche portata a Parigi… Insomma, ho avuto delle belle soddisfazioni!“.

L’idea di creare delle mascherine

L’idea di cucire mascherine da distribuire a chi ne aveva bisogno è nata dopo il lockdown imposto alle attività commerciali dal governo. Lucia racconta: “Non è stata un’idea progettata a tavolino, mi sono ritrovata a casa a causa di un problema veramente molto grande, il Coronavirus, quindi mi sentivo al sicuro a casa mia con la mia famiglia, ma allo stesso tempo notavo le difficoltà di approvvigionamento di mascherine. Ho quindi iniziato a cucirle per gli amici, così, per caso, senza alcun secondo fine. L’ho fatto per dare una mano, per aiutare, perché notavo tutte le difficoltà nel reperirle. Ho fatto quello che potevo“.

Per essere sicura che le mascherine che stava cucendo proteggessero effettivamente le persone, Lucia ha deciso di chiedere il parere di diversi dottori: “Mi sono confrontata con dei medici che mi hanno consigliato di usare il cotone. Ovviamente, non si tratta di mascherine che possono indossare i medici che lavorano in reparti Covid o a contatto con persone affette dal virus”. Lucia ha anche prestato la massima attenzione e cautela durante la fase di creazione: “Ho igienizzato il tessuto sia prima che dopo aver confezionato le mascherine, poi ho consigliato alle persone di sterilizzarle a loro volta“. La stilista ha spiegato come sono fatte le sue mascherine: “Hanno una tasca in cui si può inserire un filtro, come un lembo di tessuto impermeabile, in modo che non facciano fuoriuscire le bollicine di saliva di chi le indossa. Non sono usa e getta, si possono riutilizzare igienizzandole, è necessario cambiare solo il filtro“.

La foto delle mascherine realizzate da Lucia Bubba gentilmente concessa dalla stilista
La foto delle mascherine realizzate da Lucia Bubba gentilmente concessa dalla stilista

Il lavoro compiuto da Lucia ha aiutato moltissime persone. Le sue mascherine sono state distribuite “a titolo gratuito a tutti quelli che le hanno chieste direttamente a lei. Ne ha create e donate tantissime: “Ne ho contate circa 600, ma poi ho perso il conto, anche adesso sto continuando“. Già prima della pubblicazione della sua foto sulla pagina del Comune le richieste erano tante, ma dopo quel post si sono moltiplicate al punto che Lucia si è trovata a dover scegliere a chi dare precedenza: “Ho dovuto dare priorità alle persone che dovevano andare in ospedale per fare delle visite, a delle infermiere che me le hanno chieste, a operatori socio-sanitari, a delle persone che dovevano comunque continuare a lavorare, poi le ho donate a tutti gli altri“. Per donarle a tutti quelli che le hanno richieste rispettando le norme di distanziamento sociale imposte per fermare la diffusione del Coronavirus, Lucia si è ingegnata escogitando un sistema ad hoc. Ha infatti lasciato sempre davanti la porta di casa sua le mascherine ben protette da un contenitore, in modo che nessuno dovesse essere costretto a entrare in contatto direttamente con lei per ritirarle.

La foto della stilista Lucia Bubba mentre cuce mascherine pubblicata sulla pagina Facebook del comune di Caraffa di Catanzaro
La foto di Lucia Bubba pubblicata dalla pagina Facebook del comune di Caraffa di Catanzaro immortala la stilista mentre cuce mascherine a casa sua

La gara di solidarietà

Dopo la grandissima diffusione della foto sulla pagina Facebook del comune di Caraffa di Catanzaro, che mostra Lucia intenta a cucire mascherine, sono comparse molte altre immagini simili. Il post è stato pubblicato dopo che la notizia che Lucia stava confezionando mascherine è arrivata a un consigliere comunale, come ha spiegato lei stessa. La potenza comunicativa di quel gesto impresso e condiviso sui social ha fatto in modo che emergesse la solidarietà di molti altri professionisti del settore tessile che stavano facendo la stessa cosa di Lucia: cucire mascherine per aiutare gli altri. La pagina Facebook del comune di Caraffa ha così ospitato una “galleria” di volti di persone solidali, disposte a mettersi in gioco, proprio come Lucia, con l’unico scopo di aiutare gli altri a proteggersi dal virus.

La foto di altri 2 professionisti del settore tessile intenti a cucire mascherine pubblicata sulla pagina Facebook del comune di Caraffa di Catanzaro
La foto di altri 2 professionisti del settore tessile intenti a cucire mascherine pubblicata sulla pagina Facebook del comune di Caraffa di Catanzaro

Questa “gara di solidarietà” ha fatto riscoprire alla Bubba il senso di appartenenza alla propria comunità: “Sono stata contenta, quello che è successo mi ha fatto rivivere lo spirito di Caraffa. Ho visto il garbo delle persone, la solidarietà, ho notato come le persone si siano protette a vicenda. È come una grande famiglia unita anche perché ci conosciamo tutti. In questo momento difficile, abbiamo creato una bella rete solidale, come fanno tutti i giorni i negozi di Caraffa che portano la spesa a casa a chi ne ha bisogno“.

La foto del post su Facebook del comune di Caraffa di Catanzaro che mostra un'altra cittadina intenta a cucire mascherine
La foto del post su Facebook del comune di Caraffa di Catanzaro che mostra un’altra cittadina intenta a cucire mascherine

Lucia però ci ha tenuto a specificare di non essere stata la prima a confezionare mascherine a Caraffa, ma di essere stata semplicemente la prima ad avere visibilità su quella pagina Facebook: “Non è tanto corretto dire che io sia stata la prima a cucire mascherine, conosco le altre sarte che lavorano a Caraffa e so benissimo che anche loro le stavano già confezionando. Non voglio prendermi il merito“.

Quel post ha inoltre spinto tantissime persone a contattare la stilista non solo per chiederle le mascherine, ma anche per offrire il proprio aiuto: “La cosa bella è che le persone non mi chiamavano soltanto per chiedermi se potevo confezionare le mascherine, ma anche per regalarmi del tessuto, come hanno fatto alcuni negozi di Caraffa che mi hanno regalato elastico, mi hanno regalato quello che potevano darmi per confezionarle. C’è stata una solidarietà veramente forte“. Anche la Protezione Civile di Caraffa di Catanzaro ha donato del tessuto a Lucia.

Dovremmo essere tutti più solidali

Quando chiedo alla Bubba cosa le stia insegnando questo periodo di isolamento dovuto al Coronavirus, alla luce anche della bellissima gara di solidarietà che l’ha vista protagonista, la stilista non ha esitazioni nel rispondermi: “Questo periodo mi ha insegnato che le cose più importanti sono la salute e il rispetto delle altre persone. Poi, non esiste più nulla, non esistono i grandi lavori, le montagne di progetti, perché tutto può sfumare. Quello che rimane è il rapporto con gli altri“. Per questo motivo, la stilista ha affermato, quasi volesse rivolgere un appello a tutti: “Dovremmo essere tutti più solidali, questo non dovrebbe valere solo adesso che stiamo affrontando il Coronavirus, ma sempre“.

Lucia si definisce “fortunata” e, per spiegarne il motivo, parla delle difficoltà che molte persone stanno vivendo in questo momento: “Io sinceramente mi ritengo molto fortunata perché ho una casa, ho da vivere, anche se penso ci siano grandi ingiustizie nel mondo, c’è chi non ha un lavoro, c’è chi non ha da mangiare e queste persone devono essere aiutate sempre, non solo adesso“.

La sensazione di essere fortunata non è in contraddizione con le preoccupazioni di Lucia rispetto alle conseguenze economiche del lockdown sulla sua attività commerciale: “Non nego che ci siano tantissime difficoltà perché io lavoro con matrimoni e feste principalmente, quindi tutto il lavoro dell’anno posso dire che è stato perso perché non penso che nei prossimi mesi possano avere luogo questi eventi pubblici. Siamo tutti in stand by, c’è tanta preoccupazione per il lavoro, per gli investimenti fatti, per tutto, è inevitabile“.

Lucia vive la quotidianità impegnandosi però a guardare il lato positivo di questa terribile situazione: “Sto cercando di godermi il più possibile la mia casa, mio figlio, mio marito, quindi non mi lamento. Era una cosa che desideravo da tanto, anche se non in questo modo“.

E forse proprio la capacità di guardare il lato positivo anche in una situazione complessa come questa può portare ad affrontare questo momento in modo costruttivo, solidale. Quello che è accaduto nelle ultime settimane a Caraffa di Catanzaro sembrerebbe dimostrarlo.