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Coronavirus, un vaccino italiano lo neutralizza: è il primo al mondo

Pubblicato: 04/05/2020 13:24

Per la prima volta al mondo nella lotta al Coronavirus, un vaccino funzionerebbe sulle cellule umane. Questo lo straordinario risultato, tutto italiano, all’esito dei test di laboratorio condotti allo Spallanzani di Roma.

Covid-19: test sul vaccino italiano

La corsa contro il tempo per sconfiggere il Coronavirus sembra poter contare su un’importante spinta in avanti, il cui epicentro è in Italia: è quanto sarebbe emerso dai test di laboratorio su un vaccino candidato contro il Sars-CoV-2, condotti allo Spallanzani di Roma.

A rivelare la novità all’Ansa è Luigi Aurisicchio, amministratore delegato dell’azienda che lo ha sviluppato, la Takis di Pomezia. Gli anticorpi generati nei topi funzionerebbero e questo sarebbe il gradino più alto della sperimentazione finora conquistato su scala mondiale.

I risultati ottenuti ad oggi sono incoraggianti e ben oltre le aspettative: dopo una singola vaccinazione, i topi hanno sviluppato anticorpi che possono bloccare l’infezione del virus Sars-CoV-2 sulle cellule umane“.

Per la prima volta dall’inizio di questa guerra sanitaria, secondo quanto si apprende, il virus sarebbe stato neutralizzato da un vaccino e ora ci si attende che i test sull’uomo, previsti dopo l’estate, possano tenere il passo su questa strada.

All’agenzia di stampa, Aurisicchio ha spiegato che il test sarebbe stato reso possibile grazie all’esperienza dello Spallanzani (dove, nel gennaio scorso, era stato isolato il nuovo Coronavirus), Istituto che avrebbe messo a punto un metodo per valutare l’efficacia di vaccini e molecole direttamente sul virus.

Risultati oltre le aspettative

Sempre all’Ansa, Aurisicchio ha parlato di “risultati oltre le aspettative“, sottolineando anche la collaborazione con l’azienda americana LineaRx nella ricerca: “Per quanto ne sappiamo, siamo i primi al mondo ad aver dimostrato la neutralizzazione del Coronavirus da parte di un vaccino“.

Allo Spallanzani, l’analisi sul siero avrebbe dato esiti incoraggianti: “Avevamo visto la quantità di anticorpi indotta – ha aggiunto l’ad di Takis -, ora vediamo che gli anticorpi riescono a bloccare il virus“.

Il prossimo step sarà “capire quanto tempo dura la risposta immunitaria“. Secondo quanto emerso, il vaccino si basa sul materiale genetico della proteina Spike, che il virus utilizza per aggredire le cellule umane. Attraverso la tecnica della elettroporazione, una iniezione nel muscolo cui segue un impulso elettrico per favorire l’ingresso del vaccino, si stimola il sistema immunitario.

Giuseppe Roscilli, direttore area Anticorpi monoclonali Takis, ha parlato di un passaggio chiave della ricerca: “Il disegno molecolare dei nostri vaccini ha tenuto conto di una serie di importanti parametri per generare anticorpi funzionali contro la proteina Spike, in particolare contro la regione che si lega alle cellule del polmone dell’uomo“.