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Di Matteo: “Bonafede mi propose il Dap, ci ripensò o qualcuno lo indusse a ripensarci”

Pubblicato: 04/05/2020 12:24

Dopo le dimissioni di Francesco Basentini dal vertice del Dap (Dipartimento di amministrazione penitenziaria), emerge una rivelazione del magistrato Nino Di Matteo sullo stesso ruolo che, a suo dire, gli sarebbe stato proposto in precedenza da Alfonso Bonafede. A Non è l’Arena è andato in scena un botta e risposta tra il pm e il Guardasigilli.

Le dichiarazioni di Nino Di Matteo

Nino Di Matteo, magistrato antimafia, è intervenuto ai microfoni di Non è l’Arena per raccontare un episodio che, a suo dire, lo avrebbe visto coinvolto nel 2018.

Secondo quanto rivelato dal pm, all’epoca il ministro Alfonso Bonafede gli avrebbe offerto la direzione del Dap salvo poi cambiare idea e virare su un altro nome: Francesco Basentini.

Venni raggiunto da una telefonata del ministro Bonafede, il quale mi chiese se ero disponibile ad accettare il ruolo di capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria o in alternativa quello di direttore degli Affari penali, posto che fu di Giovanni Falcone“.

Stando al resoconto fornito a Giletti in trasmissione, il magistrato avrebbe chiesto 48 ore per valutare la proposta ma qualcosa sarebbe cambiato proprio in quel lasso di tempo.

Nel frattempo alcune informazioni che il Gom della polizia penitenziaria aveva trasmesso alla procura antimafia e anche al Dap avevano descritto la reazione di importantissimi capi mafia che dicevano ‘Se nominano Di Matteo è la fine’. Andai a trovare il ministro dicendo che avevo deciso di accettare l’incarico al Dap, ma improvvisamente il ministro mi disse che sostanzialmente ci aveva ripensato e nel frattempo avevano pensato di nominare il dottor Basentini e mi chiese di accettare il ruolo di direttore generale al Ministero“.

Secondo la versione del magistrato, in due giorni sarebbe stato “designato come capo del Dap” e poi si sarebbe trovato davanti a un “dietrofront“. Tra le dichiarazioni di Di Matteo emerge il suo dubbio sul presunto cambio di rotta del Guardasigilli: “Sto raccontando un fatto che penso il ministro non potrebbe smentire. Fu una precisa proposta a cui avevo aderito. (…) Ci aveva ripensato o forse qualcuno lo aveva indotto a ripensarci“.

La replica di Alfonso Bonafede

In diretta, sempre a Non è l’Arena, è arrivata la replica del ministro Bonafede che si è detto “esterrefatto” dalle parole di Nino Di Matteo. Il Guardasigilli ha descritto la sua versione dei fatti sostenendo che “viene data un’informazione grave nella misura in cui si lascia trapelare un fatto assolutamente sbagliato e cioè che sarei arretrato dalla mia scelta di proporre al dottor Di Matteo un ruolo importante all’interno del ministero perché avrei saputo di intercettazioni. Stimo Di Matteo, però dobbiamo distinguere i fatti dalle percezioni, perché dire che agli italiani che lo Stato sta indietreggiando rispetto alla lotta mafia è un fatto grave“.

Bonafede ha sintetizzato la questione durante il collegamento telefonico con Giletti: “Io ho chiamato il dottor Di Matteo per la stima che ho nei suoi confronti, parlandogli della possibilità di fargli ricoprire uno dei due ruoli, o capo del Dap o direttore degli Affari penali, dicendogli che era mia intenzione farlo scegliere praticamente a lui, anche se ne avremmo parlato insieme. Nella stessa telefonata Di Matteo mi chiarisce che c’erano state nelle carceri delle intercettazioni (…) intercettazioni di cui il ministro dispone perché le fa la polizia penitenziaria. Il fatto che il giorno dopo avrei ritrattato quella proposta in virtù di non so quale paura sopravvenuta non sta né in cielo né in terra. È una percezione del dottor Di Matteo“.

Il botta e risposta si innesta nel contesto di accese polemiche dopo la scarcerazione del boss Pasquale Zagaria per l’emergenza Coronavirus, e ha scatenato un profondo dibattito che sembra ancora lontano dall’esaurirsi.

L’intervento di Capitano Ultimo

In collegamento con la trasmissione anche il Capitano Ultimo, che ha detto la sua sulla vicenda che vede ora due versioni contrapposte nelle posizioni di Nino Di Matteo e Alfonso Bonafede sulla nomina al vertice del Dap.

Parole importanti – ha detto Ultimo sull’intervento del magistrato -, massimo rispetto al dottor Di Matteo per il lavoro che fa da anni. Queste cose ci lasciano amarezza che rimane nel cuore, speriamo che le cose cambino e che ci sia un vento nuovo che spazzi via questo modo di pensare. Le persone che si danno per gli altri devono essere sostenute“.