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Polmoni devastati dal covid, vivo grazie al donatore: i suoi organi salvano altri 4 malati

Pubblicato: 07/06/2020 18:05

Davide sarebbe felice, era generoso”, afferma la madre al Corriere della Sera. Ignazia Sanna ha perso suo figlio, Davide Trudu (in foto, ndr), a causa di un incidente con un trattore. Il 30enne sardo è finito in coma irreversibile, così la famiglia ha deciso di donare i suoi organi, salvando così la vita di altre 5 persone. Fra queste, c’è anche un 18enne di Milano, divenuto per sua disgrazia famoso per avere i polmoni completamente distrutti dal coronavirus.

L’incidente che ha ucciso Davide

Grazie a lui altre persone sono vive”, dice con gioia mamma Ignazia. “Mi piacerebbe abbracciarli un giorno, perché so che in loro vive anche mio figlio”. Davide Trudu sfortunatamente è morto, ma il suo sacrificio e la generosità della sua famiglia ha permesso ad altri di sopravvivere. Lo scorso 16 maggio, Davide ha avuto un brutto incidente sul trattore di un amico, vicino a casa a Samassi, nel Sud della Sardegna. Una buca ha provocato una brutta caduta, facendo piombare Davide in un abisso senza ritorno. La madre, vedova 48enne, e i suoi altri 3 figli hanno tuttavia deciso di onorare la sua memoria salvando altre vite. Come quella del 18enne milanese che ha visto in faccia la morte a causa del coronavirus, e ora grazie ai polmoni di Davide può di nuovo respirare.

Gli organi di Davide salvano 5 persone

Siamo in contatto con uno della sua famiglia, ci aggiornano continuamente. Sappiamo che sta meglio, c’è voglia reciproca di conoscerci e quando sarà possibile lo incontreremo”, confessa Ignazia Sanna al Corriere della Sera. 12 ore di intervento record, il primo in Europa, eseguito neanche 2 giorni dopo l’incidente di Davide. Ora i polmoni del 30enne vivono nel giovane 18enne: i suoi erano stati devastati dal covid-19. Stesso discorso per gli altri organi del 30enne sardo. Il suo cuore ha salvato una conterranea di 39 anni. I reni, altri due sardi, di Carbonia e Nuoro. Infine, il suo fegato ha salvato in extremis la vita di un emiliano: sarebbe morto senza un trapianto immediato. La consapevolezza di aver salvato le loro vite non riporterà indietro Davide, ma aiuterà la sua famiglia, che lo ricorderà sempre così: “Era generoso e sensibile, sarebbe felice”.