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Coronavirus, turismo a rischio collasso: la resa dei conti tra chiusure e licenziamenti

Pubblicato: 29/07/2020 16:39

La pandemia di Coronavirus ha stravolto la realtà, spazzato via la normalità e ridefinito la vita quotidiana riscrivendo un copione fatto di misure di sicurezza, distanziamento sociale e mascherine. Tanto di quel prima, ora non è più: concerti, eventi, feste. Tutto è stato spazzato via con un decreto e uno stato d’emergenza, con bilancio di contagiati e decessi. Tra i settori economicamente più colpiti dall’emergenza sanitaria, indubbiamente c’è quello del turismo che ha registrato una perdita mondiale pari a 320 miliardi.

Turismo, un’altra vittima del Coronavirus

Frontiere chiuse, aeroporti messi a prova di Covid-19, posti limitati e impossibilità di viaggiare, muoversi da un Paese all’altro: un mix letale per il turismo quello scatenato dal lockdown e dalla pandemia di Coronavirus che continua a imperversare il mondo. Come recentemente proferito dall’Organizzazione mondiale per il turismo, sono 320 i miliardi al momento persi dal settore per colpa della pandemia: “Sono più di tre volte le perdite causate dalla crisi economica del 2009“, riporta Agi.

Spagna e Italia, in Europa le più colpite

Una crisi che non conosce confini né nazionalità: un problema che si paventa a livello europeo e mondiale e parlando di sola Europa, tra gli Stati più colpiti ci sono proprio Italia e Spagna, quelli messi a più dura prova dal virus. E se i bilanci dell’epidemia a livello sanitario sono arrivati di giorno in giorno, le conseguenze sul settore turistico devono ancora arrivare e saranno salatissime.

Si prevede di fatto una crisi su più fronti a partire da Ryanair, la celebre compagnia aerea a basso costo, che ha già annunciato le difficoltà che arriveranno in autunno in previsioni di decisioni difficili da prendere come la chiusura di numerose basi in Europa. Il che comporterebbe inevitabilmente la cancellazione di numerose tratte finora garantite.

L’appello al Governo delle associazioni

Entrando in suolo italiano, la situazione può definirsi a specchio: sarà settembre il mese decisivo e quello più difficile per le imprese che lavorano nel turismo, il mese in cui viene prospettato il vero tracollo segnato da chiusure e licenziamenti in massa. L’appello che lanciano Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, ASTOI Confindustria Viaggi e Fto Confcommercio è rivolto al Governo, chiamato a trovare una soluzione a quella che potrebbe essere una crisi dai risvolti irreversibili.

A settembre ci sarà la resa dei conti: molte aziende hanno già previsto di chiudere, molte altre lo faranno sicuramente nei mesi successivi. Migliaia di lavoratori e di famiglie verranno messi sul lastrico, andando comunque a gravare sulle casse dello Stato. E ciò rende ancora più incomprensibile i mancati aiuti a questo comparto“, riporta Agi riprendendo l’appello delle associazioni che minacciano “la morte del turismo”.