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La madre del bimbo venduto in spiaggia ai passanti: “Non è vero niente”

Pubblicato: 30/07/2020 17:23

Samanta, la ragazza di etnia rom sposata con l’uomo che ha cercato di vendere per favori sessuali suo figlio di 2 anni, non può credere alla versione di chi accusa il ragazzo.

La giovane ha infatti chiesto di vedere il suo bambino ed ha dichiarato che il piccolo starebbe bene, palesando il suo sostegno all’uomo attualmente arrestato.

La madre sostiene il 23enne arrestato

La donna, accompagnata dalla madre del 23enne, si è recata all’ospedale Grassi di Ostia e, dopo aver effettuato un tampone per assicurarsi di non essere positiva al coronavirus, ha fatto visita al piccolo.

“Non ha fatto nulla” ha poi dichiarato a Fanpage:Non è vero quello che dicono e quando sarà tutto chiarito ci dovranno chiedere scusa. Amedeo (il padre del piccolo, ndr) vuole bene al bambino, tutti noi gliene vogliamo“.

Le parole della donna dopo l’accaduto

Ieri, alla luce dell’accaduto, la ragazza aveva reagito con shock all’arresto del compagno:Mi fidavo di mio marito. Mi aveva detto che avrebbe portato il bambino a fare una passeggiata e sarebbe tornato presto. Invece ha cercato di vendere nostro figlio. Non ho mai sospettato nulla, non immaginavo le sue intenzioni, già altre volte erano usciti insieme da soli”.

Il padre cercava di venderlo per favori sessuali

Il 23enne era stato colto sul fatto mentre, sul lungomare Vespucci di Ostia, cercava di “vendere” il figlio di 2 anni ai passanti, spiegando loro che previo pagamento avrebbero potuto prendere il bambino ed “usarlo” a scopi sessuali. Ad un certo punto uno degli uomini a cui il bambino era stato offerto aveva chiamato il 112 denunciando la cosa. L’uomo ha tentato la fuga, ma è stato comunque arrestato con l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile e resistenza a pubblico ufficiale.

Come sta il bambino “venduto” a Ostia

Il bambino, arrivato in ospedale, era stato visitato: mostrava i segni di un’evidente malnutrizione, era sporco ed in evidente carenza di provvedimenti igienici. Secondo alcune fonti è possibile che il piccolo abbia subito violenze, anche se non è stato assolutamente accertato.