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Coronavirus, in Italia i contagiati sono 6 volte di più del totale registrato

Pubblicato: 03/08/2020 21:14

Dalle prime ricerche effettuate tramite i test sierologici, emergono dati incredibili circa la reale diffusione del Coronavirus in Italia. Secondo i dati ufficiali, infatti, ad oggi 3 agosto sono 248.299 i casi totali, tra contagiati, guariti e deceduti. Un numero molto inferiore a quello che è emerso dall’indagine sulla sieroprevalenza.

1 milione e 482 mila persone ha gli anticorpi

Da tempo ci si è interrogati sulla reale portata della pandemia in Italia e sulla veridicità dei numeri che ogni giorno sono stati divulgati dalla Protezione Civile. La domanda, infatti, era se non ci fossero numerosi altri casi che stessero passando sotto traccia, non rilevati. L’Istat e il Ministero della Salute hanno dato una prima risposta alla domanda, divulgando i risultati della ricerca sulla sieroprevalenza del Sars-Cov-2 in Italia.

Lo scopo, era vedere quante persone avessero sviluppato gli anticorpi al Covid-19, magari senza sapere di essere stati positivi al virus. Ebbene, dalle analisi è emerso che in Italia 1 milione e 482 persone hanno sviluppato gli anticorpi. Si tratta del 2,5% della popolazione residente in famiglia: “può sembrare piccolo ma può trasformarsi in qualcosa di problematico se non rispettiamo la prudenza” ha dichiarato il Presidente dell’Istat Carlo Blangiardo.

I contagiati sono 6 volte di più del totale

Dai numeri e come riportato dall’ISS, emerge quindi che “sono dunque 6 volte di più rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia“. Numeri che analizzano anche le singole Regioni: per esempio in Lombardia è stato rilevato il 7,5% di sieroprevalenza, 7 volte tanto rispetto ad altre Regioni, specialmente del Sud. Enorme anche il tasso rilevato nelle provincie più colpite, come Bergamo, che registra il 24% di sieroprevalenza.

Quasi il 30% è asintomatico

Un altro dato che emerge dall’analisi, è che il 27,3% delle persone che hanno sviluppato anticorpi è stata asintomatica. Un terzo del totale quindi è composto da persone che hanno corso il rischio o effettivamente contagiato altre persone, perché non consce di essere infette. Da qui la necessità, dichiarata dal Ministro Speranza, di estendere l’obbligo della mascherina al chiuso anche oltre il 15 agosto. Numerosi anche i casi di sintomi lievi, come la ormai indicativa perdita dell’olfatto e del gusto: ben il 24,7% del totale. Tra gli altri sintomi, viene riferito nella conferenza, molti hanno evidenziato febbre, tosse e mal di testa.

La ricerca, è stato spiegato, ha tenuto conto di 64.660 persone cui è stato possibile fare il test, meno della metà di quelle programmate (150 mila) ma che a causa dell’emergenza non è stato possibile testare. I dati, quindi, sono provvisori, ma i modelli hanno restituito questo inquietante quadro, ben lontano dai numeri ufficiali della pandemia in Italia.

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