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Suicidio Tiziana Cantone, smartphone e tablet formattati durante il sequestro: caso riaperto

Pubblicato: 13/09/2020 18:07

Le memorie dello smartphone e del tablet di mia figlia sono state cancellate mentre erano in custodia della polizia giudiziaria come prova”: questo è quanto scrive Maria Teresa Giglio, secondo quanto riporta La Stampa. Lei è la madre di Tiziana Cantone, morta suicida 13 settembre 2016. Tiziana, vittima di revenge porn, decise di farla finita e si tolse la vita dopo una vergognosa gogna mediatica.

Ora c’è un nuovo pm che indaga sul giallo di Tiziana Cantone. Tutto per merito di sua madre, Maria Teresa Giglio.

4 anni dalla morte di Tiziana

Sono passati 4 anni esatti dalla morte di Tiziana Cantone, 33enne di Napoli impiccatasi nello scantinato di casa. La gogna mediatica che esplose su internet, quando alcuni suoi video privati finirono in rete, condivisi migliaia di volte, portarono la giovane alla depressione, alla volontà di isolamento ed infine alla decisione di uccidersi.

Il caso venne archiviato come suicidio, ma è stato riaperto. C’è un nuovo magistrato che indaga su quel drammatico suicidio, e lo può fare grazie alle scoperte fatte dal gruppo di esperti Emme Team, che ha lavorato sui dispositivi tecnologici di Tiziana Cantone.

Suicidio Cantone, scoperta identità responsabili

Maria Teresa Giglio ha chiesto l’intervento di Emme Team, un gruppo di investigatori italiani e americani, che hanno effettuato una perizia tecnica sul cellulare e il tablet di Tiziana. Li aveva consegnati al Team lo scorso luglio, inviandoli negli Usa: cellulare e tablet erano finiti sotto sequestro 4 anni fa, per poi essere restituiti alla famiglia.

Tramite il “metodo Emme”, spiega La Stampa, si è scoperto che dal cellulare di Tiziana era stata sostituita la scheda Sim (una Vodafone) con una scheda bianca, mentre era sparita la Sim del Tablet. Gli esperti di Emme Team sono riusciti a recuperare le informazioni presenti in quelle schede e sono così risaliti a 103 responsabili: tra questi ci sarebbero sia coloro che il video lo avevano messo in rete, sia coloro che ne avevano garantito la diffusione.

Scoperta identità di chi ha continuato a diffondere il video

Non solo: si sarebbe scoperta l’identità anche di coloro che avrebbero continuato a diffondere il video di Tiziana dopo che era stata data disposizione di eliminarlo dal web. Nonostante i profili falsi, l’Emme Team ha scoperto chi erano i tanti criminali del web che hanno offeso la memoria di Tiziana Cantone. Maria Teresa Giglio ha lavorato al fianco di Emme Team ed ha promosso il lavoro contro il revenge porn da parte di questi criminali, ha ricevuto anche minacce e telefonate anonime.

Tiziana Cantone: il post di Maria Teresa Giglio

Cari amici ,oggi doveva essere una giornata particolarmente triste per me e invece le campane suoneranno a festa. IL CASO DI TIZIANA CANTONE È RIAPERTO!“, scrive su Facebook la madre di Tiziana. “In tutti questi anni ho speso sangue, fatica, lacrime amare e sudore senza mai ottenere nulla. Oggi le mie lacrime iniziano ad essere arcobaleni finalmente grazie al lavoro di “EMME Team” che io chiamo ANGELI“.

Maria Teresa Giglio ha voluto anche ringraziare chi ha permesso la riapertura delle indagini: “Voglio ringraziare anche i MAGISTRATI che hanno preso questa decisione in base alle prove ricevute, ma che dimostrano anche di avere una coscienza sana, quella coscienza che permette di avere una visione chiara delle persone e di saper applicare con saggezza, obiettività e rispetto della verità il concetto di giustizia“.

Il post di Maria Teresa Giglio
Il post di Maria Teresa Giglio
Ultimo Aggiornamento: 14/09/2020 10:35