Vai al contenuto

Trovato un teschio nei boschi di Serle: potrebbe essere Iuschra, scomparsa nel 2018

Pubblicato: 05/10/2020 09:44

È stata trovato un piccolo teschio nei boschi di Serle, in provincia di Brescia, dove nel 2018 era scomparsa la piccola Iuschra Gazi, la 12enne di origini bengalesi affetta da autismo svanita durante una gita nei boschi. Ora però sarà la scienza a dare una risposta: si attendono gli esami di rito per conoscerà la verità sul cranio ritrovato.

Il teschio ritrovato nei boschi di Serle

Il ritrovamento sarebbe di un cranio intatto, umano e di piccole dimensioni. Il teschio è stato trovato da un cacciatore che si trovava nei boschi, nella zona tra Caino, Serle e l’altopiano di Cariadeghe, nella giornata di ieri, rivela Il Giornale di Brescia. Ora si devono attendere tutti gli accertamenti dei medici per riuscire a stabilire con certezza se i resti siano proprio della ragazzina scomparsa 2 anni fa il 19 luglio e per i risultati la famiglia dovrà attendere forse anche quale giorno.

Nessuno mi ha avvisato. Adesso aspettiamo di vedere se quelle ossa sono di Iuschra“, ha detto all’ANSA Mdliton Gazi, il padre della ragazzina scomparsa. “Io spero sempre possa essere viva mia figlia, ma adesso vediamo con queste ossa trovate“, ha aggiunto, “Da papà spero sempre possa tornare. Cosa è successo quel giorno ancora non l’ho capito“.

La scomparsa di Iuschra

Era il 2018, Iuschra Gazi si trovava con altri bambini nei boschi dell’Altopiano di Cariadeghe, a Serle, in provincia di Brescia, tutti sotto la tutela di un’operatrice della Fobap. Una gita nella natura, nei boschi, che però per la famiglia di Iuschra diventa presto un incubo. La piccola infatti si allontana dal gruppo e scompare. Ai tempi i genitori della piccola parlarono di un possibile rapimento, ma gli inquirenti non sono mai riusciti a rilevare nessuna evidenza in questo senso.

Per la Procura di Brescia le cose sarebbero andate diversamente e la piccola non sarebbe potuta sopravvivere per tutto quel tempo sola nei boschi. Mesi dopo nel registro degli indagati era stata iscritta l’operatrice della Fobap che l’aveva in carico di sorvegliare i bambini quel giorno. La donna doveva rispondere del reato di omicidio colposo. Il caso giudiziario termina successivamente con la condanna per omicidio colposo a otto mesi, dopo che l’operatrice chiese un patteggiamento.

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2020 10:12