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Coronavirus, medico al lavoro con i sintomi contagia i pazienti

Pubblicato: 06/10/2020 09:19

Un medico di Carpignano Salentino (Lecce) denunciato per lesioni ed epidemia colposa: il caso riguarderebbe di un cardiologo che avrebbe lavorato nonostante i sintomi del Coronavirus, finendo per contagiare alcuni pazienti. Per questa condotta, il professionista sarebbe stato segnalato alla Procura nell’agosto scorso e non sarebbe escluso che possano arrivare altre denunce a suo carico.

Cardiologo al lavoro con i sintomi del Covid

Da Carpignano Salentino, in provincia di Lecce, la notizia di un cardiologo che sarebbe stato denunciato per lesioni ed epidemia colposa dopo aver lavorato nonostante manifestasse alcuni sintomi riconducibili a Coronavirus, finendo per contagiare i pazienti.

Secondo quanto riporta La Repubblica, la denuncia sarebbe scattata dopo il contagio di un anziano paziente. L’ipotesi di reato a carico del medico riguarderebbe proprio la condotta adottata in costanza di un quadro di segnali che, invece, avrebbe dovuto tenerlo lontano dall’esercizio della professione. Stando alle informazioni emerse, il medico avrebbe continuato a fare visite nonostante avesse febbre, problemi respiratori e un forte raffreddore.

I fatti esposti dal paziente che avrebbe presentato la denuncia risalirebbero al 16 luglio scorso, quando si sarebbe recato per un controllo, in compagnia della figlia, nello studio del cardiologo. In quell’occasione, stando a quanto riferito dall’anziano, il medico non avrebbe adottato i dovuti protocolli: niente guanti e nessuna igienizzazione delle mani.

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Al vaglio i presunti contagi tra i pazienti

Nello stesso periodo, sarebbero emersi altri casi di pazienti che si sarebbero sottoposti alle cure del medico 65enne. Secondo le ipotesi di reato, dunque, avrebbe continuato a effettuare visite amplificando il bacino di potenziali contagi poi passati al vaglio della Asl di competenza tramite il tracciamento dei contatti.

La conferma della positività dell’anziano paziente sarebbe arrivata il 28 luglio scorso, e la famiglia è finita in regime di sorveglianza domiciliare prima dell’effettuazione dei tamponi. Sul caso non si esclude l’intervento di ulteriori denunce in Procura.

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2020 20:42