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Fabrizio Corona svela: “Penso che morirò ammazzato”

Pubblicato: 14/11/2020 22:29

Fabrizio Corona torna a far parlare di sé dopo la pubblicazione della sua autobiografia Come ho inventato l’Italia uscito con la Nave di Teseo, pensato negli anni e scritto interamente di suo pungo in questi mesi di arresti domiciliari. L’ex re dei paparazzi ha svelato così diversi retroscena della sua vita, compreso forse quello più scioccante, la sua convinzione di essere destinato ad una fine tragica.

Fabrizio Corona spiega il suo: “Io sono dio”

In una lunga intervista rilasciata a Candida Morvillo del Corriere della Sera, Fabrizio Corona ha presentato il suo libro, che sta già scalando le classifiche. Un’autobiografia che lui stesso definisce il ritratto di un dio, intendendo il fatto che la sua vita lavorativa è tutt’altro che finita. “Se non fossi un dio, ora sarei, brutto, grasso, finito. Invece, continuo ad andare in tv e fare cinque punti di share, ogni anno faccio un marchio diverso e la gente lo compra e, se non fossi ai domiciliari, sarei ancora il più richiesto nei locali. Se tornassi a fare Fabrizio Corona sarei ancora un uomo da tre milioni di euro l’anno” ha raccontato.

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Fabrizio Corona e l’omicidio commissionato

Eppure nonostante questo, la vita di Fabrizio Corona è tutt’altro che tranquilla; come lui stesso ha raccontato non uno ma ben due sono gli omicidi commissionati ai suoi danni. Entrambi presenti nel suo libro, Corona ne ha raccontato uno: “Arrivano in ufficio due albanesi. Uno dice: Corona, hai un problema con xx, vedi di dargli i soldi immediatamente. E io: ah sì? Usciamo e vediamo. Scendo, il mio autista mi segue e scatta la rissa. Accorrono baristi, tabaccai, gli albanesi scappano. Dopo un po’, un tale mi dice che c’è uno pesante di una famiglia balorda che mi vuole parlare” ha raccontato.

Fabrizio Corona presenta su Instagram la copertina del suo libro Come ho inventato l'Italia

Era grossissimo e sul cucuzzolo della testa rasata aveva tatuata la sigla Acab: all cops are bastards, tutti i poliziotti sono bastardi. Mi dice: sono venuti due albanesi per comprare una pistola e noi, prima di vendere una pistola, vogliamo sapere a che servirà”. Una volta risolta la questione, la situazione non sembra essersi risolta al meglio, come lo stesso Corona ha detto: “Penso che morirò ammazzato

La scelta di rigare dritto

Dopo gli anni di carcere già scontati e quelli di domiciliari che ancora lo aspettano, Fabrizio Corona ora sembra intenzionato a rigare dritto per il suo bene e per quello di suo figlio. Gli anni di carcere, come lui stesso ha spiegato, sono stati peggiori tra immagini traumatiche e preoccupazioni. “15 suicidi visti coi miei occhi” ha raccontato, “Uno terribile nell’estate 2019: un detenuto con una pena di tre anni, dopo aver ricevuto una bruttissima telefonata, di fronte alla mia cella, con la gente che urlava e le guardie che non arrivavano, ha preso il lenzuolo, se l’è appeso al collo e io l’ho visto spirare. Quando cominci ad avere un po’ di umanità, sono cose che non ti passano dalla testa”.

E proprio con l’ultimo arresto le cose sono cambiate: “Ero stanco, ero grande e quando mi hanno chiamato per dirmi che Carlos era ricoverato, ho pensato che, se non mi facevo arrestare, lui non sarebbe finito in ospedale”. Ancora oggi Fabrizio Corona è tormentato dai fantasmi del passato, come lui stesso ha spiegato, la sensazione è quella di essere un reduce e, se prima ignorava queste forti emozini, ora la scelta ricade sull’equilibrio per il bene del figlio.