Ha fatto scalpore l’annuncio del giornalista Corrado Augias di aver deciso di restituire la medaglia della Legion d’Onore, dopo che la scorsa settimana il Presidente Macron ha conferito lo stesso riconoscimento al Presidente egiziano Al Sisi.
Una decisione, quella di Macron, che non è passata inosservata e che ha scatenato indignazione e polemica in Italia, soprattutto perché il conferimento è avvenuto lo stesso giorno in cui sono stati divulgati i verbali delle indagini sul caso Regeni, contenenti le testimonianze dirette di coloro che hanno visto cosa è successo a Giulio. Sensazioni che sono state raccolte dal giornalista che, da intellettuale dissidente, ne ha fatto un atto di protesta pubblico.
L’annuncio di Corrado Augias
Il giornalista ha spiegato le motivazioni del suo gesto in una lettera pubblicata su La Repubblica, accompagnata da un lungo editoriale intitolato In memoria di Giulio Regeni. Restituisco la Legion d’Onore. La restituzione avverrà nella giornata di lunedì 14 dicembre, quando Corrado Augias si recherà presso l’amabasciata francese a Roma.
Nella lettera, rivolta all’ambasciatore francese ha scritto: “Quando mi venne concessa, il gesto mi commosse profondamente. (…) Le rimetto le insegne con dolore, ero orgoglioso di mostrare il mio nastrino rosso all’occhiello della giacca. Però non mi sento di condividere questo onore con un capo di Stato che si è fatto oggettivamtne complice di criminali”.
La morte di Giulio Regeni
Il testo prosegue con il riferimento all’omicidio Regeni che, secondo Augias “Rappresenta per noi italiani una sanguinosa ferita e un insulto, mi sarei aspettato dal presidente Macron un gesto di comprensione se non di fratellanza, anche in nome di quell’Eurppa che, insieme, stiamo così faticosamente cercando di costruire”.
La lettera si conclude con una citazione in latino del poeta Orazio e una riflessione: “Credo che in questo caso la misura del giusto sia stata superata, anzi oltraggiata”.
L’ambasciatore francese Masset ha risposto alla lettera di Corrado Augias con un Tweet, con il quale ha espresso il massimo rispetto per il giornalista, ribadendo che la Francia “È in prima linea per i diritti umani e non fa compromessi”. L’ambasciatore ha concluso il suo messaggio con una frase emblematica: “Più casi sono stati discussi durante la visita del presidente Al-Sisi a Parigi, nel modo più adeguato per più efficacia”.
Raggiunto dall’AdnKronos, Augias ha commentato proprio quel passaggio con lo stesso tono già usato nella lettera: “Ho massima simpatia per l’ambasciatore francese a Roma. La fase con cui chiude il tweet mi fa pensare che nei tanti cassetti della diplomazia forse Macron ha messo anche un ‘cassetto’ riservato alla memoria di Regeni: se così fosse vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà e in quel caso sarò disposto a rivedere il mio giudizio”.
La lettera di Corrado Augias all’ambasciatore francese
Gentile ambasciatore, le rimetto qui accluse le insegne della Legion d’Onore.
Quando mi venne concessa, il gesto mi commosse profondamente. Dava una specie di consacrazione al mio amore per la Francia, per la sua cultura. Ho sempre considerato il suo Paese come una sorella maggiore per l’Italia e una mia seconda patria, vi ho risieduto a lungo, conto di continuare a farlo. Nel giugno del 1940 mio padre soffrì fino alle lacrime per l’aggressione dell’Italia fascista contro una Francia già quasi vinta.
Le rimetto le insegne con dolore, ero orgoglioso di mostrare il nastrino rosso all’occhiello della giacca. Però non mi sento di condividere questo onore con un capo di Stato che si è reso oggettivamente complice di criminali.
L’assassinio di Giulio Regeni rappresenta per noi italiani una sanguinosa ferita un insulto, mi sarei aspettato dal Presidente Macron un gesto di comprensione se non di fratellanza, anche in nome dell’Europa che -insieme- stiamo così faticosamente cercando di costruire.
Non voglio sembrare più ingenuo di quanto non sia. Conosco abbastanza i meccanismi degli affari e della diplomazia – però so anche che esiste una misura, me la faccia ripetere con le parole del poeta Horatio: Sunt certi deniqlue fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum.
Credo che in questo caso la misura del giusto sia stata superata, anzi oltraggiata.
Con profondo rincrescimento
Corrado Augias