Il Cairo ha diramato oggi nel pomeriggio una nota in cui comunica la sua decisione sul caso Giulio Regeni. Non si sarà nessuna procedura penale poiché il responsabile resta sconosciuto e le accuse mosse dalle autorità italiane non sono sostenute da sufficienti prove per un’accusa. La Farnesina commenta: Inaccettabile”. Interviene subito anche Amnesty: “Depistaggio”.
Dopo la notizia di qualche settimana fa che vedeva la Procura di Roma mettere nero su bianco l’accusa nei confronti di agenti segreti egiziani, si giunge dunque ad un’altra fatidica svolta.
Omicidio Regeni, la nota della Procura egiziana
La Procura dopo aver ascoltato 120 testimoni si è espressa sulle accuse agli agenti segreti indicati come autori dell’orribile morte di Giulio Regeni, giunta in seguito a tremende torture, tra il gennaio e il febbraio 2016. “Attualmente non esiste una base per procedere con un procedimento penale sull’omicidio, il rapimento e l’omicidio di Giulio Regeni” si legge nella nota. I responsabili restano ancora sconosciuti, dal momento che le accuse non sono accompagnate da prove attendibili.
Secondo la Procura nessuno di loro avrebbe avuto alcun ruolo nella morte di Regeni. E per questo il PM ha indetto nuove indagini con i fini di individuare i veri colpevoli della morte di Giulio.
La reazione di Amnesty e Farnesina
Secondo Amnesty, la note della procura d’Egitto rappresenterebbe l’ennesimo tentativo della procura a depistare le indagini ed insabbiare la verità su Giulio Regeni. “C’è di nuovo un palese tentativo delle autorità del Cairo di smarcarsi da ogni responsabilità, attribuendo quanto accaduto a misteriosi soggetti che avrebbero agito per contro proprio. Si torna sull’idea del depistaggio con un’assoluzione da ogni responsabilità” fa sapere Amnesty.
Mentre la Farnesina si espressa in merito definendo quanto deciso dalla Procura egiziana inaccettabile. Continua a riporre fiducia nell’operato delle autorità italiane, e si dice disponibile a dare una mano affinché la verità su Giulio venga finalmente alla luce.