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Chiara Insidioso vive in una struttura per malati terminali: l’appello per aiutarla

Pubblicato: 31/12/2020 11:32

Il 3 febbraio 2014 Chiara Insidioso, all’epoca 19enne, è stata brutalmente picchiata dal suo compagno e convivente, Maurizio Falcioni, 35 anni.

Le conseguenze di quell’aggressione sono state devastanti: i calci che Chiara ha ricevuto in testa hanno creato nel suo cranio un vero e proprio cratere, mandandola in coma per mesi. Quando si è svegliata, Chiara non era in grado di parlare né di essere autosufficiente sotto nessun aspetto.

Dopo mesi di coma e anni di terapia, dal 2016 Chiara Insidioso risiede a Villa Iride, una struttura per malati terminali. Chiara, però, non è malata terminale, né in stato vegetativo: pur avendo immense difficoltà anche comunicative, si esprime, interagisce con il mondo e vorrebbe poter essere seguita in maniera più adeguata.

L’appello di Chiara e della madre Danielle

Sua madre Danielle Conjarts, che le fa visita alla clinica ogni giorno, ha condiviso un appello di parole percepite da Chiara, e raccolte negli anni, che raccontano della sua condizione. “Non sono stato mai in stato vegetativo come dicono” scrive Danielle su Facebook, riportando l’appello di Chiara:Io chiara capisco 2 lingue ma non parlo, so scrivere a penna utilizzo il computer e cellulare. Ho avuto soltanto la riabilitazione adeguata alla Fondazione Santa Lucia a Roma finito il percorso mi hanno mandato alla associazione risveglio onlus casa iride il nome ti dice tutto”.

A Casa Iride, Chiara non può fare i progressi che le sarebbero permessi con le giuste cure, e non ha la possibilità di comunicare così come vorrebbe con altre persone: “Non ho la riabilitazione adeguata. Posso solo socializzare con gli infermieri e familiari di pazienti. Non posso ricevere visite. Non posso rivedere i miei amici. Non posso rivedere il mondo esterno e sono 7 anni che io non vedo un negozio, parco, mare”.

Al suo aggressore solo 16 anni di carcere

La vera pena, scrive Danielle facendo le veci di Chiara, la starebbe scontando la ragazza molto più che il suo aggressore, condannato a 16 anni di reclusione in appello: “Sono 4 anni che mi sto facendo gli Arresti Domiciliari alla associazione risveglio onlus casa iride perché il giudice tutelare mio dice che è adeguata a me. È lo dice anche il mio tutore mio padre”.

Chiara fa fatica ad esprimersi, ma sa leggere e scrivere e, quando si trova davanti delle parole in olandese o in italiano (le due lingue che conosce) le sa identificare e, nel caso, correggere senzàalcunò sforzo. Eppure, non viene spostata da una struttura dove gli ospiti sono per lo più completamente distaccati dalla percezione del mondo reale, al contrario di lei.