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Chi è Samuel Little, il serial killer che ha confessato 93 omicidi

Pubblicato: 07/01/2021 17:09

Samuel Little, 80 anni, ha confessato alle autorità federali di aver ucciso più di 90 persone, principalmente donne, in un periodo temporale che parte dal 1970 e arriva fino al 2008. Il tutto in 14 stati USA diversi. l’uomo è morto in carcere lo scorso 30 dicembre.

Un’ infanzia difficile 

Nato in Georgia nel 1940 da famiglia afroamericana, viene abbandonato dalla madre all’età di 3 anni. Sotto la custodia della nonna, si trasferisce in Ohio, e da subito assume comportamenti indisciplinati. A 13 anni viene beccato a rubare una bicicletta, e dunque si decide per il suo trasferimento in un riformatorio. Trasferitosi in Florida per vivere con la madre, negli anni ’60 viaggia su e giù per gli Stati Uniti, avendo in più di un’occasione problemi con la legge: frode, taccheggio, guida in stato d’ebrezza e stupro sono alcuni dei reati che gli vengono contestati.  Nel 1961 entra in prigione per aver fatto irruzione con scasso  in un negozio di mobili a Lorain, Ohio.

Il primo omicidio a 30 anni

La sua prima vittima è una donna, bianca, e si chiama Mary Brosley. Viene uccisa da Little nel 1970 in una piazzola dell’autostrada che collega Miami con l’Indiana. I due si erano conosciuti poche ore prima. La donna aveva 33 anni, ed era affetta da problemi di anoressia e alcolismo. Aveva anche due bambini. 
Avevo una gran voglia … di soffocarla. Penso di aver semplicemente perso il controllo” ha spiegato lui stesso alla polizia, più di 40 anni dopo, riferendosi alla Brosley.  “Era il tipo di donna che poteva scomparire dalla faccia della terra senza destare troppa attenzione”. Perché Little, per non essere scoperto, prendeva di mira prostitute, tossicodipendenti e donne sulle quali riteneva che la polizia non avrebbe indagato più di tanto. Almeno 68 delle vittime di Little erano nere, tre ispaniche e una nativa americana. Molte avevano disturbi mentali, una era transgender. Alcune di loro sono state scoperte dagli agenti grazie alle 700 ore di interrogatori videoregistrati a cui Little è stato sottoposto da Maggio 2018, in cui il killer ha confessato i 93 omicidi. Insieme alle confessioni, Little ha fornito anche parecchi ritratti delle donne, disegnati da lui grazie al suo talento artistico, che si sono rivelati fondamentali per il riconoscimento di circa 50 vittime. 

Le morti sospette

Little a 35 anni aveva già commesso più di dieci omicidi, e raramente la polizia riusciva a riconoscerli come tali. Il corpo della Brosley, ad esempio, fu scoperto già in avanzato stato di decomposizione a più di tre settimane dal decesso, e gli agenti non furono in grado di stabilire se si trattasse di omicidio. Questa dinamica si è ripetuta altre volte. Nel 1977, ad esempio, le indagini stabilirono che Mary Jenkins, una ventiduenne nera dell’Illinois trovata senza vestiti, ma con i gioielli ancora addosso, fosse stata uccisa da un fulmine. Nel 1994 la morte di Jolanda Jones a Pine Bluff, Arkansas, venne classificata dagli agenti come “morte per overdose”.

È stato questo il destino della Brosley, la prima vittima, la cui identità è stata scoperta solo nel 2005 per merito di un database nazionale e di un’ impronta dentale, il cui caso venne classificato come omicidio soltanto nel 1982

Le confessioni

Come già dettoLittle ha iniziato a parlare nel Maggio 2018, e da quel momento non ha più smesso. Le autorità hanno deciso di usare le informazioni arrivate dagli interrogatori del serial killer, per riaprire casi irrisolti in tutti gli Stati Uniti, visto che Little ha commesso gli omicidi in 14 stati diversi. L’intenzione della polizia è anche quella di dare delle risposte alle famiglie delle vittime. “Se Little non avesse confessato, nessuno di questi casi sarebbe stato risolto, ha dichiarato sempre al Washington Post Angela Williamson, funzionaria del dipartimento di Giustizia che segue le indagini.

Nel corso degli anni, Little ha commesso omicidi più volte nelle stesse città: “Non sarei mai andato in un quartiere bianco a uccidere una ragazzina adolescente, ha raccontato sempre in un interrogatorio, svelando una strategia che gli ha permesso di non essere scoperto per quarant’anni. 

(Immagine in alto: foto segnaletica della contea di Wise)