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Fidanzati uccisi a Pordenone: la decisione della Cassazione su Giosuè Ruotolo

Pubblicato: 14/01/2021 12:24

Confermata in Cassazione la condanna all’ergastolo per Giosuè Ruotolo, unico imputato dell’omicidio dei fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone, uccisi a Pordenone la sera del 17 marzo 2015. La difesa aveva presentato ricorso contro la sentenza della Corte d’Assise d’appello di Trieste – che confermò il verdetto dell’Assise di Udine al carcere a vita -, dichiarato inammissibile dalla Suprema Corte. Il processo a carico del giovane, accusato di aver freddato la coppia per motivi di gelosia, si chiude con la pena massima.

Delitto di Pordenone: ergastolo confermato per Giosuè Ruotolo

Il capitolo giudiziario sulla morte di Teresa Costanza e Trifone Ragone si chiude con una parola: ergastolo. Una condanna che pesa come un macigno sulle sorti di Giosuè Ruotolo, unico imputato del duplice omicidio compiuto il 17 marzo 2015 nel parcheggio del Palazzetto dello sport di Pordenone.

Per i giudici fu lui a freddare la coppia di fidanzati a colpi di pistola, unico profilo finito nel fuoco investigativo e, secondo l’accusa, il solo su cui graverebbero pesanti elementi di colpevolezza.

La Cassazione, riferisce Ansa, avrebbe ritenuto inammissibile il ricorso della difesa contro la sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’appello di Trieste il 1° marzo 2019 (che gli inflisse la stessa condanna a conferma dell’esito di primo grado in Corte d’Assise a Udine, nel 2015).

La morte di Teresa e Trifone

Con la decisione degli ‘ermellini’, quindi, la sentenza passa in giudicato e la condanna diventa definitiva. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Ruotolo avrebbe agito contro i fidanzati per motivi di rabbia e gelosia.

Teresa Costanza e Trifone Ragone furono trovati senza vita in auto, nel parcheggio del Palazzetto dello sport di Pordenone, la sera del 17 marzo 2015. Uccisi con diversi colpi di pistola, arma del delitto – una vecchia Beretta – poi ritrovata dagli inquirenti nel laghetto del parco San Valentino. Teresa aveva 30 anni e lavorava come assicuratrice dopo la laurea alla Bocconi, Trifone, 28enne, era un militare. Ruotolo si è sempre dichiarato innocente.