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Pamela Mastropietro, le motivazioni della condanna a Oseghale: “Capacità criminale allarmante”

Pubblicato: 22/01/2021 17:05

Sono state diffuse le motivazioni della condanna all’ergastolo per Innocent Oseghale, l’uomo ritenuto il solo assassino della 18enne Pamela Mastropietro, uccisa e fatta a pezzi nel gennaio 2018. Per i giudici, la condotta del nigeriano è stata connotata da una particolare efferatezza, ed è stata smontata la teoria che la giovane possa essere morta a causa di un’overdose.

Ergastolo per Innocent Oseghale

Condannato per omicidio volontario con l’aggravante di violenza sessuale e distruzione e occultamento di cadavere: così ha recitato la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Ancona, chiamata a confermare o smentire quella di primo grado contro Oseghale, che tuttavia si è sempre dichiarato innocente. L’uomo è ad oggi ritenuto il responsabile della morte di Pamela Mastropietro: violentata, uccisa, depezzata e chiusa in due trolley poi abbandonati. Poco più di 90 giorni dopo la sentenza, ora sono state diffuse le motivazioni del giudice Giovanni Treré.

In questa, riportata da numerose fonti, si sottolinea “La particolare efferatezza dei reati compiuti Innocent Oseghale e la totale insensibilità dimostrata nella loro commissione“. Elementi che “denotano una capacità criminale di allarmante spessore“. Di Oseghale viene poi sottolineata la “condotta di depistaggio perseguita fin da subito e mantenuta anche nel corso delle indagini“.

Smentita l’ipotesi dell’overdose di Pamela

Un omicidio brutale, quindi, confermata dal giudice d’Appello che ha valutato “completa e approfondita” la valutazione del primo grado di giudizio, sostenuto da “solide motivazioni“. Tra queste, viene sottolineato come la principale tesi difensiva di Oseghale, ossia che Pamela Mastropietro fosse morta di overdose, non regge. Nelle motivazioni, infatti, si sottolinea che il quantitativo di eroina di 100 ng/ml trovato in Pamela, è “decisamente limitato e comunque non deponente per una intossicazione acuta da eroina e per la morte per overdose“.

Oltre alla quantità di droga, l’ipotesi è smentita anche dai dettagli della morte di Pamela, incongruenti con quelli da overdose. “Il polmone di Pamela aveva un peso del tutto normale” riporta il giudice, sottolineando prima i dettagli della morte asfittica e della depressione respiratoria tipica dell’overdose da eroina, non riscontrata nel corpo della giovane.

Altri passaggi delle motivazioni contro Oseghale

Nel documento diffuso c’è spazio anche per altri 2 elementi ritenuti cardine del caso: il ruolo del tassista che ha portato Oseghale e le valige coi pezzi di Pamela, e il coltello usato per ucciderla. Del primo, viene sottolineata la natura “molto ambigua e tutt’altro che limpida“: l’uomo infatti avrebbe mentito e il sospetto è che Oseghale non abbia agito da solo, ma il camerunense non è al momento parte del processo.

Inoltre, viene anche sottolineato uno degli elementi principali della condanna ad Oseghale: “Il coltello rinvenuto nell’appartamento dell’imputato è perfettamente compatibile con le caratteristiche delle lesioni” che hanno portato alla morte di Pamela Mastropietro.