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Ancona, 850 cani in un allevamento “lager”: metà di loro è affetta da brucellosi

Pubblicato: 28/01/2021 19:39

In un allevamento di Ancona, all’interno di un allevamento autorizzato per contenere un massimo di 61 animali, le forze dell’ordine hanno trovato ben 850 cani di piccola taglia tra chihuahua, barboncini e maltesi. Un’operazione che ha coinvolto reparti del Gruppo Forestale di Ancona, guardie zoofile e volontari, portando al sequestro delle strutture e degli animali. Sul posto, sono state rilevate condizioni igienico-sanitarie non adatte all’accoglienza degli animali e metà degli esemplari è risultata affetta da Brucella canis, un batterio trasmissibile anche all’uomo. Pochi mesi fa, un caso simile a Pavia, dove altri cani erano stati trovati in condizioni brutali.

Oltre 850 cani in un allevamento “lager”

L’allevamento di Trecastelli, in provincia di Ancona, sarebbe molto noto nella zona per la vendita di cani di piccola taglia. Le indagini condotte negli ultimi giorni, però, hanno portato alla luce un vero e proprio “lager” per animali, sottoponendo la struttura al sequestro. Tuttavia, non è la prima volta che l’allevamento subisce delle restrizioni. Già nel 2018, infatti, un controllo aveva rilevato la presenza di 500 cani, non riuscendo però, a limitarne l’aumento. A novembre 2020, un’ulteriore ispezione aveva portato alla luce l’esistenza di ben 700 esemplari all’interno della struttura. Nel giro di pochi mesi, i cuccoli sono aumentati ulteriormente, fino a toccare la quota di 859.

Il sequestro della struttura è avvenuto grazie al decisivo intervento dei carabinieri del Nucleo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale (Nipaaf) e di altri reparti del Nucleo Forestale. All’operazione hanno preso parte anche le guardie zoofile del Wwf e di Legambiente e i volontari dell’associazione “Amici Animali” del vicino comune di Osimo.

Condizioni tremende per i cuccioli

Secondo quanto riportano numerose fonti, al loro arrivo, carabinieri, guardie e volontari avrebbero trovato i quasi mille esemplari di cuccioli collocati in spazi angusti e costretti a vivere fra i loro stessi escrementi. Oltre alle condizioni igieniche precarie, i carabinieri hanno rilevato un assai ridotto ricircolo dell’aria. In un’abitazione in prossimità dell’allevamento, sono inoltre stati trovati circa 270 cani, confinati in condizioni terribili.

Molti di loro erano chiusi in gabbie, trasportini e contenitori di plastica dalle dimensioni ridotte, accatastati gli uni sugli altri. Tale sistemazione impediva sensibilmente i movimenti dei cani, obbligandoli a trascorrere lunghi periodi in spazi assai ridotti e in pressoché totale assenza di pulizia.

Elevato numero di casi di Brucellosi canina

Le pessime condizioni in cui sono stati trovati gli animali non sono la sola causa di preoccupazione. Le fonti riportano infatti che metà degli oltre 850 cani, infatti, è risultata affetta da Brucellosi, una malattia infettiva che può essere trasmessa anche all’uomo. Attualmente l’allevamento sembra essere l’unico focolaio in Unione Europea.

La malattia si diffonde soprattutto tramite l’accoppiamento (ritenuto uno dei momenti di maggior rischio di contagio), ma anche tramite l’ingestione di fluidi corporei quali urine o liquidi vaginali. Attualmente non esistono vaccini per prevenire tale patologia, ma l’applicazione di determinati comportamenti può prevenirne la diffusione. Al fine di scongiurare il passaggio dell’infezione da animale a uomo, gli esperti consigliano di sottoporre il cane al temporaneo isolamento. Si suggerisce inoltre l’utilizzo di dispositivi di protezione (guanti, mascherine), nei quotidiani incontri per le cure e la somministrazione del cibo.

La ricollocazione è un problema

Come detto, l’allevamento di Trecastelli ha a lungo rappresentato un luogo di riferimento per i privati interessati all’acquisto di cani di piccola taglia nella zona. Rilevato l’alto tasso di casi di animali affetti da Brucella canis, i carabinieri hanno invitato i proprietari degli animali a ricorrere ai controlli veterinari per scongiurare la diffusione della forma batterica.

Ad oggi, i cani continuano a rimanere nell’allevamento, ma urge un intervento di ricollocazione degli animali. Per evitare la riproduzione, è innanzitutto necessario separare maschi e femmine. La Regione Marche e il ministero della Salute e del Servizio Veterinario si stanno occupando della profilassi, ma data l’eccezionalità della presenza di un focolaio di Brucellosi canina in Europa, non esiste ancora un vero e proprio protocollo da seguire. Viene riportato comunque che si esclude comunque l’abbattimento degli esemplari, anche grazie all’attivazione di un progetto di affido, reso possibile dalla collaborazione di numerose associazioni.

5 persone indagate, ma potrebbero aumentare

Al momento risultano essere 5 le persone indagate per inosservanza dei provvedimenti delle Autorità Sanitarie, con rischio di propagazione dell’infezione e per detenzione di animali in condizioni di sofferenza. L’autorità giudiziaria sta comunque considerando la possibilità di estendere la responsabilità anche ad altre persone. Proprio i titolari dell’allevamento, hanno scritto a di Senigallia Notizie, indicando in una lettera la loro versione dei fatti. “Abbiamo segnalato alle autorità l’impossibilità economica nel mantenerlihanno raccontato i responsabili della struttura al quotidiano online- ASUR, NAS, Protezione Civile sono venuti regolarmente in struttura e sono sempre stati a conoscenza del degrado e del peggioramento rapido della situazione.”.

Nel resoconto emergerebbero, inoltre, i tentativi di confronto con l’amministrazione locale e nazionale che sostengono di aver messo in atto negli scorsi mesi, anche in vista dell’individuazione del pericoloso batterio fra gli animali dell’allevamento. In conclusione del loro comunicato, hanno poi definito la loro versione come quella di “chi è stato completamente abbandonato dalle Istituzioni”.