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Attacco in Congo, Attanasio e Iacovacci giustiziati dai ribelli Hutu: loro negano ogni convolgimento

Pubblicato: 23/02/2021 20:58

C’è attesa per il ritorno in Italia delle salme dell’ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, entrambi giustiziati in un agguato nella giornata di lunedì. L’arrivo è previsto intorno alle 23 di martedì. Intanto, i carabinieri del Ros sono pronti a partire per il Congo per avviare le indagini sulle dinamiche dell’attacco; l’accusa ricade sui ribelli Hutu ma dalle Forze Democratiche della Liberazione del Ruanda arrivano smentite caterogiche.

Intanto due comunità piangono i loro figli caduti mentre cercavano di portare a termine la loro missione. Commoventi le parole del papà di Attanasio, cariche d’affetto per le nipoti diventate orfane di padre in modo violento.

Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci giustiziati

Secondo quanto reso noto dalla presidenza congolese, Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci sarebbero stati uccisi dai rapitori, ribelli Hutu, che hanno sparato loro a bruciapelo. Secondo altre fonti l’agonia dell’ambasciatore e del carabiniere sarebbe durata circa un’ora, morendo infatti per le ferite presso l’ospedale Monusco di Goma.

Le indagini del Ros in Congo

Spetterà ai carabinieri del Ros fare chiarezza sulle tragiche dinamiche dei fatti. Il reparto arrivarà in Congo con delega della Procura di Roma, dove acquisiranno i verbali delle testimonianze raccolte dalla polizia congolese. Sarà anche ascoltato il funzionario del World Food Program Rocco Leone, unico sopravvissuto all’assalto.

I Ros analizzeranno anche le armi ritrovate dai ranger sul luogo dell’agguato, sulle armi in dotazione ai vigilanti del Parco Nazionale del Virugna. La morte dell’ambasciatore e del carabiniere sarebbe avvenuta durante lo scontro a fuoco tra i rangers del parco e dei ribelli di non precisata appartenenza, in quel momento i due sarebbero stati portati via è giustiziati. Tra le altre domande che attendono ancora risposta ci sarbebe anche il perché stessero percorrendo una squadra non sicura senza scorta. Al momento però si tratta di mere ipotesi che non hanno ancora conferma.

Tra gli altri punti da chiarire ci sono anche il perché il convoglio fosse lì, perchè non era un viaggio ufficiale, perché l’assenza di scorta e mezzi blindati. Cruciale sarà l’identificazione delle armi che hanno ucciso i due italiani, permetteranno di individuare le forze colpevoli della morte.

I ribelli negano la responsabilità

Le Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda, hanno fatto sapere che negano ogni responsabilità sull’agguato. A dare voce ai ribelli il sito Actualite.cd che ha riportato la dichiarazione dei ribelli e la loro richiesta all’Onu di fare chiarezza su chi sia il vero artefice della drammatica morte dell’ambasciatore e del carabiniere italiani. Secondo i FDLR, i responsabili vanno cercati nei ranghi degli eserciti delle forze armate congolesi e dei militari ruandesi.

Parla il padre di Luca Attanasio

Salvatore Attanasio ha rotto il silenzio e ha voluto esprimersi con poche parole rilasciate all’Ansa: “In trenta secondi sono passati i ricordi di una vita, ci è crollato il mondo addosso. Sono cose ingiuste, che non devono accadere. Per noi la vita è finita. Ma adesso bisogna pensare alle nipoti, queste tre creature avevano praterie davanti con un padre così. Non sanno ancora cosa è accaduto. Anche la loro mamma, la moglie di Luca, è distrutta dal dolore”

Salvatore Attanasio ha ricordato le ultime conversazioni scambiate con il figlio: “Ci ha detto quali erano gli obiettivi. (…) È stato sempre una persona rivolta agli altri, ha sempre fatto del bene, ed è sempre stato proiettato verso alti ideali, capace di coinvolgere chiunque nei suoi progetti. Una cosa che a me poteva sembrare poco chiara, lui me la rendeva positiva. Era onesto, corretto, mai uno screzio“.

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2021 00:37