Sarà la storia ad esprimere un giudizio su questo periodo storico, sulle scelte adottate dai singoli e dai governi colti alla sprovvista da una pandemia che ha riscritto le regole della vita e del mondo; un futuro che sarà diretta conseguenza del presente ma soprattutto un futuro che conoscerà ancora pandemie: a dirlo è Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, che lancia un monito al settore medico.
Ursula von der Leyen: “Era di pandemie“
Se fin dal principio la pandemia di Coronavirus è stata trattata come una drammatica disgrazia da cui imparare, giorno dopo giorno, qualsiasi epidemia o pandemia futura dovrà essere affrontata alla luce di una solida esperienza. “L’Europa è determinata ad aumentare la forza nella produzione dei vaccini – ha recentemente dichiarato la von der Leyen al Financial Times – stiamo entrando in un’era di pandemie. Se si guarda cosa è accaduto negli ultimi anno, dall’HIV all’ebola, dalla MERS alla SARS; potevano essere tutte epidemie non contenute“.
The @EU_Commission works across the board to fight the virus:
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 26, 2021
➡ Helping companies ramp up production
➡ Making new production plants available in Europe
➡ Tackling variants and providing funding for sequencing
➡ Developing a European solution for vaccination certificates pic.twitter.com/d2cSa7HSOp
La lotta contro il Coronavirus, che al momento non può dirsi né terminata né vinta ma solamente in corso, per Ursula von der Leyen è solamente il punto da cui partire per ripensare al futuro, agli investimenti: “Non dovremmo pensare che sarà finita quando avremo superato il Covid-19 – ha puntualizzato la Presidente della Commissione europea – Il rischio è ancora lì“.
La sfida europea nel campo di battaglia dei vaccini
L’attuale sfida dell’Europa si concentra e si batte sul campo dei vaccini e i problemi nella loro consegna continuano ad essere numerosi. In riferimento ad un secondo contratto con l’UE, la von der Leyen ha voluto sottolineare come con BioNTech/Pfizer scatterà a marzo, in concomitanza con quello di Johnson&Johnson. Per quanto invece inerente al vaccino AstraZeneca: “É molto positivo che abbiamo consegnato anche nel resto del mondo, ma devono onorare il loro contratto e noi vogliamo la parte che ci spetta“.