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Nino Manfredi compie 100 anni: la vita e il ricordo del grande volto della commedia italiana

Pubblicato: 22/03/2021 08:29

Attore, regista, sceneggiatore, comico, cantante e doppiatore: Nino Manfredi è stato uno degli interpreti italiani più versatili e incisivi, uno tra i più validi e apprezzati nel mondo dello spettacolo italiano. Nel corso della sua lunga carriera, ha alternato ruoli comici e drammatici, ottenendo numerosi riconoscimenti. A 100 anni dalla nascita di Nino Manfredi, va ripercorsa la sua vita e carriera.

Nino Manfredi, le origini: dalla Ciociaria alla capitale

Nino Manfredi nasce il 22 marzo 1921 a Castro dei Volsci, un piccolo paese ciociaro. È il primogenito di Romeo Manfredi e Antonia Perfili, entrambi provenienti da famiglie contadine. Il padre, arruolato in Pubblica Sicurezza, nei primi anni ’30 viene trasferito a Roma ed è nel quartiere San Giovanni che crescono Nino e il fratello Dante.

Nel 1937 si ammala gravemente di tubercolosi, e resta per molto tempo in sanatorio. Nella sua tragicità, è un’esperienza fondamentale per Manfredi, che qui impara suonare il banjo ed entra nel complessino a plettro dell’ospedale. Sempre qui, dopo un’esibizione della compagnia teatrale di Vittorio De Sica, si interessa alla recitazione.

Gli esordi di Nino Manfredi: l’Università e l’Accademia

Nell’ottobre del 1941 si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza per accontentare i genitori. Tuttavia, nello stesso anno, dimostra una propensione per il palcoscenico esibendosi come presentatore e attore nel teatrino della Parrocchia della Natività. Dopo l’Armistizio, per evitare l’arruolamento si rifugia con il fratello per un anno in montagna, sopra Cassino. Riprende gli studi nel 1944 riprende gli studi universitari e si iscrive all’Accademia nazionale di Arte Drammatica, nella quale si diploma nel 1947-

Esordisce al Teatro Piccolo di Roma nella compagnia teatrale Maltagliati-Gassman sotto la direzione del suo maestro Orazio Costa, anche lui parte dell’Accademia. Dal 1951 forma un terzetto coi suoi compagni di studio Paolo Ferrari e Gianni Bonagura, esibendosi prima nei varietà radiofonici e poi in molti spettacoli della commedia musicale. Tuttavia, i più significativi successi sul palcoscenico li ottiene più avanti con Un trapezio per Lisistrata nel 1958 e Rugantino nel 1962.

Gli anni ‘50: l’approdo al cinema e in tv di Nino Manfredi

Nel 1949 Nino Manfredi esordisce al cinema con Torna a Napoli, proseguendo con altri due film musical-sentimentali in chiave napoletana, e passando poi alla commedia sentimental-popolare. Inizia ad apparire in tv invece nel 1956 con lo sceneggiato L’Alfiere. Fondamentale, nella sua carriera, l’apparizione del 1959 a Canzonissima. È qui che la macchietta di Bastiano, il barista di Ceccano, che la celeberrima battuta-tormentone “Fusse che fusse la vorta bbona” contribuisce a lanciare la carriera di Nino Manfredi

Gli anni ’50 sono fondamentali anche per la sua vita privata: il 14 luglio 1955 si celebra il matrimonio con l’indossatrice Erminia Ferrari, a cui rimarrà legato per tutta la vita. Dalla loro unione nasceranno tre figli, Roberta nel 1956, Luca nel 1958 e Giovanna nel 1961.

Nino Manfredi, icona della commedia italiana

Anche grazie alla partecipazione a Canzonissima 1959, diventa una delle colonne portanti della commedia all’italiana, con importanti ruoli sia comici sia drammatici. Interpreta personaggi diversi rimasti celebri, come il rappresentante scambiato per gerarca fascista ne Gli anni ruggenti, il cittadino di Made in Italy, e il cognato dell’editore Alberto Sordi in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?. L’esordio alla regia risale al 1962 con L’avventura di un soldato. È però con Per grazia ricevuta che si aggiudica la Palma d’oro per la miglior opera prima al Festival di Cannes.

Tra i ruoli che contribuiscono a segnarne la carriera, figura anche quello di Gino Girolimoni in Girolimoni, il mostro di Roma, l’emigrante italiano in Svizzera in Pane e cioccolata, e il portantino d’ospedale idealista in C’eravamo tanto amati. Di questi anni anche un altro grande ruolo col quale viene ricordato, ovvero il celebre Geppetto in Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini.

Radio, musica e pubblicità: le tante anime di Nino Manfredi

Un altro “palcoscenico” di Nino Manfredi è stata la radio, dove è stato ospite d’onore in trasmissioni di ogni genere: qui si è esibito, con successo, anche come cantante. Per esempio, nel 1970 scala le classifiche grazie alla sua versione di Tanto pe’ cantà di Ettore Petrolini. Negli anni ’80 partecipa anche due volte come ospite al Festival di Sanremo con La frittata e Canzone pulita, entrambe le volte come ospite. Inoltre, spesso canta lui stesso le canzoni delle colonne sonore dei suoi film-

Manfredi è stato anche testimonial pubblicitario per numerosi grandi marchi italiani come i Baci Perugina, le Caramelle Rossana e la Lavazza. Il suo volto appariva spesso nell’indimenticabile Carosello di pubblicità e legati a lui ci sono alcuni degli slogan più noti come “Più lo mandi giù e più ti tira su!” e “Il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?“. Nel 1999 inoltre venne ingaggiato dal Ministero del Tesoro come testimonial del cambio di moneta dalla lira all’euro.

Nino Manfredi, gli ultimi anni e la morte

Il ricordo di Nino Manfredi si fa molto stringente con l’inizio del nuovo millennio e la fine della sua carriera. Il suo ultimo ruolo è quello di Galapago nel film, uscito postumo in Italia, La fine di un mistero del 2003. Poco dopo, il 7 luglio 2003, Nino Manfredi viene da un ictus mentre si trova a casa. Dopo un iniziale miglioramento, che gli consente anche di tornare a casa, a dicembre del 2003 Nino Manfredi soffre di una emorragia cerebrale: non si riprenderà più. Il grande attore e volto della commedia italiana mure il 4 giugno 2004 a 83 anni. Al suo funerale, alla Chiesa degli Artisti di Roma, oltre 2.000 persone, pronte a dare l’ultimo addio al clown bianco, tra i più amati in Italia.

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2021 09:23