L’Italia è quasi completamente in zona arancione, con l’ultima firma alle ordinanze del ministro della Salute Speranza, da Lunedì 12 aprile l’Italia cambierà radicalmente colore. Tra prime e riaperture, maggiore libertà nel movimento e ritorno in aula per altri studenti, ecco cosa cambierà.
L’Italia è quasi tutta arancione
Il 12 aprile l’Italia cambierà di nuovo aspetto nella divisione a zone, infatti saranno 15 le Regioni che saranno arancioni. Il coprifuoco resterà in vigore ma potranno riaprire attività fino ad ora chiuse come parrucchieri, barbieri, centri estetici e negozi di abbigliamento.
Ci si potrà spostare liberamente all’interno del proprio comune senza autocertificazione, che servirà invece se uscirà da esso o si lascerà la propria Regione.
Quali sono le Regioni che passano ad arancione:
- Lombardia
- Piemonte
- Friuli Venezia-Giulia
- Toscana
- Emilia-RomagnaVeneto
- Liguria
- Umbria
- Basilicata
- Sicilia
- Calabria
- Molise
- Marche
- Abruzzo
- Provincia Autonoma di Bolzano
- Provincia Autonoma di Trento
Le Regioni in zona rossa sono:
- Valle d’Aosta
- Sardegna
- Campania
- Puglia
Scuola: più di 6milioni gli studenti in classe
Con le nuove ordinanze firmate dal ministro Speranza, anche il mondo scuola cambierà, aumentando il numero degli studenti in presenza. Torneranno in aula 6,6 milioni di studenti in presenza per scuole statali e paritarie.
Circa 8 su 10, un milione in più rispetto alla scorsa settimana; non solo infanzia e primaria, anche i ragazzi della terza media torneranno a scuola, mentre i liceali riprenderanno con la presenza in frequenza fino al 75% con l’alternanza del 50%.
Riaperture: il commento di Locatelli
In un’intervista rilasciata ai quotidiani La Stampa e Corriere della Sera, il Presidente del’ISS e coordinatore del CTS Franco Locatelli ha ribadito il suo invito alla prudenza ma che visti i dati si potrebbe immaginare una sorta di riapertura selettiva.
I segnali di miglioramento, ha spiegato “Indicano che le misure messe in atto hanno consentito di riportare la situazione sotto controllo. (…) Guai se pensassimo che siamo fuori dal problema, ci ritroveremmo alla situazione di metà marzo avendo vanificato settimane di sacrifici per l’intero Paese”.
Locatelli ha poi aggiunto che: “Le aperture vanno fatte per rispondere alla crisi economica e sociale, ma devono essere ben ponderate in funzione dei numeri”.