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Interrogazione in Dad, prof la costringe a bendarsi perché “troppo brava”: esplode la polemica

Pubblicato: 12/04/2021 15:44

A Verona, durante un’interrogazione in Didattica a Distanza, una studentessa di 15 anni ha dovuto subire l’umiliazione di doversi bendare per continuare a sostenere la prova, su esplicita richiesta della sua insegnante. A quanto pare, la professoressa avrebbe chiesto alla ragazza di bendarsi e di continuare a rispondere alle domande senza poter vedere nulla perché si stava rivelando troppo brillante. La situazione, che ha sconvolto sia la ragazza che i compagni di classe, è finita sui social e all’attenzione delle autorità scolastiche che adesso potrebbero prendere provvedimenti.

Interrogazione in Dad: troppo brillante, costretta a bendarsi

Troppo brava a rispondere alle domande della professoressa di tedesco, per avere anche la fiducia dell’insegnante: questo è ciò che sarebbe accaduto ad una ragazza di 15 anni. A quanto pare la diffidenza dell’insegnante sarebbe nata perché, dopo un anno di Dad, si sarebbero verificati diversi episodi di “imbroglio” da parte degli studenti. D’altronde. Davanti a un nuovo modo di vivere la scuola, alcuni studenti avrebbero trovato nuovi modi per “copiare”, magari nascondendo libri o biglietti di suggerimento fuori dal campo visivo dell’insegnante. 

Questa volta lo stratagemma creato dalla prof per sventare il “rischio imbroglio” ha forse oltrepassato più di un limite. La ragazza, seppur incredula, ha deciso di acconsentire alle richieste della professoressa e, con una sciarpa, si è coperta gli occhi, in evidente disagio e imbarazzo, in quanto consapevole di essere davanti a uno schermo, in presenza di un’intera classe, senza poter vedere assolutamente nulla.

Interrogazione bendata, la Rete: “Misure repressive e violente”

Sul caso è intervenuta la Rete degli Studenti medi: Camilla Vellotta, rappresentante della Rete, ha dichiarato, come riportato da Corriere del Veneto: “Non è tollerabile che la didattica a distanza, già di per se un sistema fallace, diventi un pretesto per attuare misure repressive e violente nei confronti degli studenti. Offriamo piena solidarietà alla studentessa e chiediamo che vengano presi seri provvedimenti nei confronti di chi, come la docente di questo episodio imbarazzante, instaura un clima di angoscia durante le lezioni, invece di renderle un momento utile e formativo per gli studenti”.

Il Corriere di Verona ha contattato il Preside dell’Istituto, che ha assicurato che, una volta confermati i fatti, ci saranno dei provvedimenti: “Mi hanno riferito e stiamo accertando quanto accaduto. Se ci sono conferme, risponderemo di conseguenza”. Intanto, gli studenti dell’istituto hanno fatto sapere che non sarebbe la prima volta che comportamenti del genere hanno luogo, e di sentirsi presi di mira.