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Brasile, sono finiti i sedativi: pazienti Covid intubati da svegli e legati ai letti

Pubblicato: 16/04/2021 17:09

In Brasile, un sistema sanitario ormai al tracollo è costretto a non poter fornire neanche le sedazione e le terapie del dolore di base ai suoi pazienti Covid-19, che sono sempre più numerosi. Negli ospedali della zona di San Paolo e di Rio De Janeiro mancano oramai i dispositivi di base: aghi, siringhe e soprattutto sedativi. I pazienti vengono ormai intubati da svegli, con i polsi legati ai letti per fare in modo che non si muovano, in quella che sembra essere una terapia al limite della tortura.

In queste ore si sta diffondendo la testimonianza, pubblicata da Globo, di un’infermiera dell’ospedale Albert Schweitzer di Realengo, a Rio de Janeiro: si tratta di un racconto crudo, che permette di comprendere la tragica situazione in cui si trovano le strutture sanitarie brasiliane e di come sia difficile, per il personale, affrontare l’emergenza giorno dopo giorno.

Brasile, non c’è più sedazione per la terapia intensiva

All’ospedale Albert Schweitzer ci sarebbero, al momento, 118 pazienti Covid, di cui 40 in rianimazione. Qui, chi dev’essere intubato non può essere sedato e l’incubazione senza sedazione è un’esperienza atrocemente dolorosa: i muscoli non si rilassano, il tempo non passa mai e il corpo diventa un fascio di dolore. Chi viene intubato viene legato al letto, unica maniera per tenerlo fermo e cercare di non farlo morire. Duro da sopportare e duro per chi deve sottoporre il prossimo a tale trattamento: “Non abbiamo farmaci, non abbiamo sedativi per i pazienti in terapia intensiva e purtroppo molti di loro non ce la fanno. Noi operatori sanitari assistiamo disperati, piangendo, perché non possiamo fare nulla. Non abbiamo siringhe, non abbiamo nemmeno gli aghi” dice la donna, che vuole mantenere l’anonimato.

I dati dei contagi brasiliani d’altronde sono apocalittici: si parla di 3549 decessi solo nelle ultime 24 ore ed il governo brasiliano non ha più, letteralmente, gli strumenti per aiutare il sistema a rimanere a galla. Per questo il governo nelle prossime ore avanzerà richieste formali all’Onu per avere maggiori aiuti.