Vai al contenuto

Palermo, l’emergenza cimiteri continua: oltre 800 morti ancora in attesa di una sepoltura

Pubblicato: 22/04/2021 17:47

Oltre 800 bare sarebbero ancora in attesa di sepoltura nel cimitero dei Rotoli, a Palermo, dove da tempo si parla di una vera e propria emergenza. I feretri ora sarebbero 858, secondo quanto riportato da Repubblica, 42 in più rispetto alla settimana scorsa.

Bare senza sepoltura a Palermo

Rispetto alla situazione evidenziata nel gennaio scorso, quando al cimitero dei Rotoli di Palermo si sarebbero contate 700 bare in attesa di una sepoltura, non sarebbe cambiato molto. Anzi, secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica, e rilanciato su Facebook dal consigliere del Movimento 5 Stelle Antonino Randazzo, il quadro sarebbe peggiorato e ora, di feretri, ce ne sarebbero 858.

Lo stato di criticità al cimitero dei Rotoli sembrerebbe al momento irrisolto, stando ai numeri che rispetto, alla settimana scorsa, avrebbero fatto registrare altri 42 morti in attesa. Sarebbe questo lo scenario appurato dalla IV commissione del Consiglio comunale, riunitasi nelle scorse ore, secondo il quotidiano, per verificare lo stato di un’emergenza che interesserebbe 3 cimiteri locali con centinaia di salme tra camera mortuaria, depositi e tensostrutture.

Emergenza cimiteri: “Doppio dolore per le famiglie

Sulla situazione di Palermo, Antonino Randazzo, consigliere M5S, ha espresso un commento rilanciato tra carta stampata e social: “Oltre a essere un’indecenza, fa male al cuore vedere centinaia di bare una accanto all’altra“.

E il dramma tocca tante famiglie: “Sono costrette ad affrontare un doppio dolore – ha aggiunto Randazzo –, quello per il lutto unito all’impotenza di potere seppellire i propri cari. In un momento storico delicato per tutti noi, oltretutto“.

La situazione andrebbe avanti da oltre un anno, con una recrudescenza delle criticità in costanza dell’emergenza Coronavirus. Ad aggravare ulteriormente le cose, riporta ancora Repubblica, sarebbe intervenuto inoltre un guasto al forno crematorio, che sarebbe fermo ormai dall’aprile 2020. Condizione che avrebbe spinto per la cremazione fuori regione che, secondo quanto emerso, sarebbe la sola alternativa al momento disponibile.