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Giorgia Soleri, la fidanzata di Damiano dei Maneskin, sulla sua malattia: “Mi ha rovinato la vita”

Pubblicato: 20/05/2021 18:34

Attraverso il proprio profilo Instagram Giorgia Soleri, fidanzata di Damiano David cantante dei Maneskin, affronta ampiamente l’argomento riguardante la propria malattia. La modella e influencer 25enne si apre con l’intento principale di aiutare le molte donne affette dallo stesso problema.

Giorgia Soleri, la fidanzata di Damiano racconta il rapporto con la malattia

Giorgia Soleri, tramite numerosi post, ha comunicato ai propri fan l’esperienza con una malattia capace di accompagnarla da ben 8 anni. È infatti dall’età di 16 anni – il periodo del primo amore, del primo tatuaggio e in cui ha iniziato a posare – che l’attuale fidanzata di Damiano David, cantante dei Maneskin, ha iniziato a stare male. Un dolore costantemente presente, capace di accompagnarla come un ombra durante il corso delle giornate. Malessere insopportabile, apparentemente senza nome e senza soluzione, che col passare del tempo aumentava e peggiorava e che le ha condizionato la vita. Diversi sono stati infatti i giorni in cui ha dovuto rinunciare ad uscite serali con gli amici, andare a lezione o semplicemente ad addormentarsi.

Finalmente dopo 8 anni di dolori, questo settembre è riuscita ad ottenere una diagnosi, scoprendo di essere affetta da vulvodinia, contrattura del pavimento pelvico e neuropatia. Anche detto dolore pelvico cronico. Fortunatamente Giorgia Soleri ha recentemente affermato di essere molto migliorata dal momento della diagnosi e di star reagendo molto bene alla terapia farmacologica.

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Giorgia Soleri sulla vulvodinia: la confessione nelle storie Instagram

La Soleri sul suo profilo Instagram parla spesso di questo tema: tra le sue storie in evidenza si possono vedere numerose “rubriche” dedicate all’argomento. Tempo fa, aveva deciso di mostrare “la parte più brutta, più marcia, più nera. Ma più reale. Questa foto è stata scattata in una delle infinite notti che in questi 8 anni sono state interrotte da dolore, brividi, urla e lacrime, e che mi hanno rovinato la vita“. Aveva poi proseguito: “Mi sono sentita dire di tutto, che sono pazza, ansiosa, frigida, bugiarda. Che ho paura del sesso, che dovrei masturbarmi di più“.

Una sofferenza evidente, risolta solo in parte: “Quando ho finalmente dato un nome a tutto questo ho scoperto non solo di non essere sola, ma che le donne affette da questa patologia sono tantissime e tutte hanno in comune questa sensazioni di essere state totalmente abbandonate nel loro dolore, ho promesso a me stessa che avrei lavorato ogni giorno per fare in modo che nessuno si sentisse più così“. E ancora: “Non siamo colpevoli, non siamo rotte e non siamo difettose. Siamo malate e meritiamo comprensione e rispetto

Giorgia Soleri e la vulvodinia: la divulgazione come strumento contro la “malattia invisibile”

Giorgia Soleri, dopo essersi esposta ai propri followers, ha notato l’enorme quantità di domande esposte da moltissime persone in merito all’argomento trattato, capendo di essere di fronte ad un dolore piuttosto comune. Dopo essersi adeguatamente informata, ha individuato che si tratta di una malattia scoperta nel 1987, dunque abbastanza nuova e poco studiata per la quale già solo avere una diagnosi risulterebbe una grande impresa.

Si stima che per ottenere una diagnosi si impieghi di media circa 4 anni, e ne sarebbe affetta 1 donna su 7. Un problema piuttosto comune. La modella ha quindi affermato che oltre al dolore la cosa peggiore della malattia consiste nel fatto che quest’ultima sia invisibile a 360 gradi e tutto ciò che riguarda visite, terapie, farmaci, fisioterapia è totalmente a carico della persona malata, che se non privilegiata economicamente potrebbe non curarsi, andando a peggiorare la propria situazione sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico (come ansia e depressione).

Giorgia Soleri, ha dunque deciso di parlare tanto della malattia non per i like e followers, ma per aiutare le persone con il suo stesso problema ad ottenere una diagnosi il più velocemente possibile in modo da iniziare a trattare e curare la malattia.

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