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Picchiava la compagna convinto di un tradimento con Balotelli: 30enne condannato nel Bresciano

Pubblicato: 28/05/2021 18:47

Condannato nel Bresciano l’uomo accusato di aver picchiato la compagna perché ossessionato dall’idea che lo tradisse con Mario Balotelli, il calciatore a cui la donna era legata da una semplice amicizia. Il pm aveva chiesto 13 anni di carcere.

Picchia la compagna convinto di un tradimento con Balotelli: condannato

9 anni e 4 mesi di reclusione: sarebbe questo, secondo quanto riportato da TgCom24, l’esito del processo a carico di un un 30enne bresciano accusato di aver picchiato la compagna perché ossessionato dall’amicizia tra la donna e il calciatore Mario Balotelli, al punto da credere che tra loro ci fosse una relazione.

Per le condotte violente contestate, riporta Ansa, il pubblico ministero aveva chiesto 13 anni di carcere. Vittima, stando a quanto emerso, una donna di 31 anni, madre di due bimbi e amica dell’attaccante. Il Tribunale di Brescia avrebbe accolto in parte la ricostruzione del pm, considerando non consumato il reato di maltrattamento in famiglia.

Picchia la fidanzata convinto di un tradimento con Balotelli: il calciatore l’aveva difesa

L’uomo si sarebbe convinto che la compagna e il calciatore avessero una relazione e, ossessionato dall’idea di essere stato tradito, avrebbe picchiato la donna nel corso di violente scenate di gelosia.

A questi fatti sarebbero seguiti la denuncia e un processo a suo carico per maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni. Il 30enne imputato, secondo quanto finora emerso sulla vicenda, sarebbe stato già destinatario di un divieto di avvicinamento alla vittima. Nel passato dell’uomo, riporta ancora l’Ansa, una condanna a 2 anni per maltrattamenti ai danni di una precedente fidanzata.

Mario Balotelli, estraneo alla vicenda, avrebbe comunque provato, in alcune circostanze, a difendere la donna dalle violenze del compagno, ma il suo intervento non avrebbe sortito l’effetto sperato. Il resto è cronaca di quanto accaduto in sede processuale, davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Brescia che ha emesso la sentenza.