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Caso Luca Sacchi, Anastasiya Kylemnyk presta servizio civile come insegnante in un centro per minori

Pubblicato: 29/05/2021 21:10

Anastasiya Kylemnkyk, ex fidanzata di Luca Sacchi – ucciso a Roma, nel 2019, con un colpo di pistola alla testa – avrebbe intrapreso il percorso di insegnante di italiano per ragazzi tra gli 11 e i 18 anni nell’ambito del servizio civile presso un centro di aggregazione giovanile di Spinaceto. La ragazza, imputata a processo per violazione della legge sugli stupefacenti e parte offesa in quello per la morte del giovane, sarebbe stata selezionata dal dipartimento per le Politiche giovanili presso la presidenza del Consiglio dei ministri tra 125.286 candidati.

Luca Sacchi, Anastasiya Kylemnyk insegnante in centro per minori

A riportare la notizia è il quotidiano Il Tempo, secondo cui Anastasiya Kylemnyk avrebbe vinto un posto come insegnante di italiano presso un centro di aggregazione giovanile di Spinaceto, a Roma, nell’ambito del servizio civile che la vedrebbe al lavoro per ragazzi tra gli 11 e i 18 anni.

La giovane, fidanzata di Luca Sacchi all’epoca della morte del giovane – ucciso con un colpo di pistola alla testa nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2019 -, parte offesa nel processo per l’omicidio e imputata nel procedimento per il presunto tentato acquisto di un ingente quantitativo di droga legato alla vicenda, sarebbe stata selezionata dal dipartimento per le Politiche giovanili presso la presidenza del Consiglio tra 125.286 candidati di età compresa tra i 18 e i 28 anni.

Anastasiya Kylemnkyk: le parole dell’avvocato

La ragazza si sarebbe posizionata al quarto posto in graduatoria provvisoria per il progetto “Diritti in rete – Solidarietà, inclusione e contrasto alle discriminazioni”, al cui bando avrebbe aderito nel dicembre scorso, e il 12 marzo scorso sarebbe stata selezionata.

Il Corriere della Sera riporta le parole del suo avvocato, Giusepe Cincioni: “Anastasiya ha tutte le carte in regola per poter svolgere questo nuovo lavoro. Ci tengo a sottolineare, ove non fosse chiaro, che fino alla conclusione del processo vale la presunzione d’innocenza. Chiunque dovesse denigrare il suo nome sarà prontamente querelato“.