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I due punti, una porta d’ingresso per un altro mondo. Come succede per l’armadio di Narnia o per gli eroi della Marvel

Pubblicato: 31/05/2021 08:57

Anni addietro mi è capitato più volte di dare delle ripetizioni di grammatica ad alcuni bambini e quando arrivavamo al capitolo della punteggiatura ‒ argomento ostico per gli adulti figuriamoci per dei ragazzini ‒ mi divertivo molto. Per avvicinare i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze alla grammatica, ho cercato da sempre, e i miei video su TikTok stanno lì a testimoniare questo, di usare un linguaggio semplice e di aiutarmi con degli esempi divertenti, arricchiti da metafore buffe e indimenticabili.

Durante queste ripetizioni cercavo di conoscere i miei alunni, di sapere cosa piacesse loro per agganciare la grammatica alle loro passioni. E i due punti, in passato, tra tutti i segni di punteggiatura, è stato quello che mi (e ci) ha dato maggiori spunti creativi, soprattutto quando spiegavo la funzione di questo segno, paragonandola a delle porte, le porte della frase. Lì la loro fantasia prendeva il volo: alcuni vedevano i due punti come una porta va e vieni di un saloon; altri come “l’armadio di Narnia” che conduce in un altro mondo; altri ancora, appassionati del mondo Marvel, paragonavano i due punti ai portali luminosi che il Doctor Strange apriva per le strade della città.

I due punti come porta d’ingresso per entrare in un altro posto

Tutti avevano capito che i due punti ti introducevano in un altro luogo, servivano per portarti da un’altra parte e più in profondità. A parte tutto, se ci pensiamo, i due punti hanno proprio la funzione di introdurre: dal generale si passa al particolare; da una frase si passa a un’altra che ha a che fare con quella precedente, ma allo stesso tempo la ingloba anche se è diversa, come una matrioska. Non so se riuscii a farglieli entrare in testa, non so se ancora ricordano con piacere questi miei esempi o hanno rimosso tutto, ma sicuramente l’immagine dei due punti visti come delle porte d’ingresso per un altro luogo li aiutò a comprendere meglio la funzione di quel doppio segno e, a questo punto, spero che questa visione bislacca della punteggiatura possa far sorridere e aiutare anche i miei lettori. 

I due punti per un elenco o per i discorsi diretti

Tornando alla grammatica nuda e cruda, i due punti, generalmente, all’interno di un periodo si usano per spiegare quello che abbiamo detto in precedenza, arricchendo, confermando, aggiungendo particolari e dando così al lettore maggiori informazioni.

I due punti possono essere usati per introdurre un elenco:

A pranzo ho mangiato veramente troppo: pasta alla carbonara, pollo al forno con le patate, una banana, una porzione di tiramisù, un caffè e un ammazzacaffè.

I due punti si usano per introdurre un discorso diretto, cioè quando dobbiamo riportare, all’interno di un dialogo, le parole di qualcuno in modo preciso, per come le ha dette veramente. Oppure possiamo anche inventarcele, se dobbiamo inserire un dialogo all’interno del romanzo che stiamo scrivendo:

Luca disse: «Insieme a te non ci sto più!»
Maria rispose: «Meglio così!»

Spiegare meglio quello che abbiamo scritto in precedenza

Posso usare i due punti per spiegare meglio quello che ho accennato in precedenza, spiegando al lettore perché la giornata che ho trascorso al mare è stata un incubo: 

La giornata che ho passato al mare è da dimenticare: spiaggia affollata, vento fastidioso che alzava la sabbia, bambini che giocavano e urlavano vicino ai nostri lettini e la prima inevitabile ustione su tutta la schiena che stanotte non mi farà dormire.

A volte, i due punti vengono usati (insieme alla virgola) nei titoli di giornale per legare due elementi (giustapposti) al posto delle congiunzioni:

Roma: altre buche in giro per la città

Ah, cosa importante, questi straordinari portali non si possono aprire sempre, ad esempio non possono assolutamente dividere il verbo dal suo complemento:

*Ho comprato: libri, quaderni e penne; meglio: Ho comprato libri, quaderni e penne.

I due punti, cose da non fare

Altra cosa da non fare è quella di inserire i due punti dopo verbi come domandare, dire, chiedere quando questi non reggono un discorso diretto ma un nome o una frase:

*Disse: una scemenza; meglio: Disse una scemenza.

E credetemi se vi dico che scelte del genere farebbero inorridire anche il personaggio più crudele e meschino di tutto l’universo cinematografico Marvel.