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Covid: perché le visite e gli interventi annullati potrebbero diventare un problema

Pubblicato: 15/06/2021 18:37

Ritornare alla normalità anche attraverso il sistema sanitario: nei prossimi mesi sarà importante capire come distribuire centinaia di migliaia fra visite, esami, interventi chirurgici e screening che il Covid ha costretto a rimandare.

Covid: l’importanza di tornare a curarsi

Continuare a rimandare potrebbe generare un’onda lunga di difficoltà e decessi legati a patologie non diagnosticate: è la tesi sostenuta dal report Torniamo a curarci. Professionisti sanitari e cittadini: tra Covid e bisogni di salute, realizzato da Cittadinanzattiva in collaborazione con la Federazione dei medici di medicina generale.

I dati raccolti nel report evidenziano che quasi la metà (49,9%) delle visite e degli esami prenotati da malati oncologici sia stata annullata a causa della pandemia. Inoltre, più di un terzo (34,4%) dei cittadini coinvolti ha avuto difficoltà ad accedere a nuove visite ed esami poiché le liste d’attesa sarebbero bloccate fino a data da destinarsi. Il rischio è, appunto, non poter intercettare in tempo le patologie insorgenti e ritrovarsi in futuro ad affrontare conseguenze molto importanti.

Coronavirus e le visite annullate: perché è importante ripartire

Nei primi 5 mesi del 2020 sono stati eseguiti 1.400.000 screening in meno, confrontati con lo stesso periodo nel 2019: a evidenziarlo è l’Associazione Italiana di Oncologia Medica nel XXIII Rapporto Pit salute di Cittadinanzattiva. Inoltre, il 64% degli interventi chirurgici è stato annullato, le diagnosi oncologiche sono crollate di oltre la metà e il 70% dei pazienti ha rinunciato alla riabilitazione.

Ora che la fine dello stato di emergenza è fissato al 31 luglio e si lavora per superare la fase acuta della pandemia con una serrata campagna vaccinale, questi studi lanciano un appello rivolto al Sistema Sanitario nazionale affinché vengano affrontate le peggiorate questioni organizzative (in particolare le liste d’attesa) per dare sostegno ai pazienti più colpiti. L’argomento dovrà essere discusso dal Governo e, in particolare, questi dati sono stati sottoposti ad Andrea Costa, sottosegretario del Ministro della Salute.