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Il predicato: quel vicino impiccione amante del gossip che ti vuole dire tutto, ma proprio tutto

Pubblicato: 21/06/2021 08:37

Se il predicato fosse una persona, molto probabilmente assumerebbe le sembianze del vicino di casa impiccione, del portinaio o di alcune parrucchiere che ti tengono in ostaggio un’intera mattinata per sapere o per raccontarti novità riguardo a qualcuno o a qualcuna di vostra conoscenza. E il predicato, cioè il verbo (in questo modo mette meno paura, non è vero?) ha proprio questa funzione: quella di raccontarci vita, morte e miracoli del soggetto. Ciccio si è sposato con Ciccia; Laura avrà una femmina, anche se il marito avrebbe preferito decisamente un maschio; Anna e Matteo stanno per divorziare; ecc.

E dovete sapere che il vicino impiccione della grammatica è un male necessario, perché riveste un ruolo di prim’ordine all’interno di una frase, e non possiamo farne davvero a meno, perché senza di lui una frase non avrebbe senso; al contrario, lui, volendo, può fare a meno di tutti gli altri elementi, e può formare benissimo una frase di senso compiuto anche da solo (es. Piove).

Il predicato verbale e il predicato nominale

Dopo che abbiamo introdotto il cuore della frase, dal quale bisogna sempre iniziare per fare l’analisi logica, dobbiamo parlare in modo più approfondito dell’identità di questo pettegolo.
Infatti, ne esistono di due tipi: ci sono il predicato verbale e il predicato nominale.
Il primo impiccione, il Signor verbale, ci dice che cosa fa il soggetto, se corre, se mangia, se dorme, se piange, se ride, ecc., e lo riconosciamo facilmente perché l’azione è espressa dal solo verbo, semplice o composto.

Ho mal di pancia. La prima persona singolare del verbo avere è il nostro predicato verbale.

Ma il protagonista della nostra frase può anche subire l’azione: La Nutella viene mangiata da Luca. Viene mangiata è il nostro predicato verbale.

Il Signor nominale, invece, ha un altro compito, quello di rivelarci chi è, cos’è e com’è il soggetto. E lo riconosciamo senza particolari problemi perché è formato dal verbo essere, chiamato anche copula, più un nome o più un aggettivo.

Maria è brava a scrivere poesie. È brava è il nostro predicato nominale con aggettivo (brava).

Luca è un ottimo avvocato. È un ottimo avvocato è il nostro predicato nominale con nome (avvocato).

Ovviamente, il soggetto, preso di mira dagli amanti del gossip, può essere anche più di uno. In quel caso, vien da sé che le parti variabili devono essere tutte declinate al plurale.

Marco e Maria parlano male di Luca. Parlare è l’azione compiuta dai due protagonisti; quindi parlano è il nostro predicato verbale.

Luca e Francesca sono degli ottimi avvocatiSono degli ottimi avvocati è tutto il nostro predicato nominale.

Le altre parti del discorso

Quando si fa l’analisi logica e si isola il predicato, come abbiamo visto anche dagli esempi, spesso bisogna includere insieme al verbo anche altre parti del discorso legate a esso, come ausiliari (Il cane del vicino ha abbaiato tutto il giorno); pronomi (Quel cappello è mio!); avverbi (Risparmiare è bene); articoli (Jack è un cane); un verbo all’infinito quando questo ha funzione di nome (Volere è potere); verbi fraseologici (Bisogna cominciare a studiare per gli esami), ecc.