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Chiara Gualzetti, il killer dopo l’omicidio ha confessato tutto a un’amica: i dettagli terribili dell’omicidio

Pubblicato: 01/07/2021 16:20

Sono sempre più terribili i dettagli che ergono dopo la morte di Chiara Gualzetti. Il minorenne che doveva incontrarla il giorno della sparizione ha confessato il suo omicidio: la 16enne è morta dopo diverse ferite da taglio e altre lesioni vicino nel parco dell’abbazia di Monteveglio e il giudice ha deciso che il reo confesso dovrà restare in carcere.

Nessun segno di pentimento

Il 16enne non avrebbe mostrato alcun segno di pentimento dopo l’omicidio di Chiara e dovrà rimanere in carcere “attesa la mancanza di scrupoli, di freni inibitori, di motivazioni e di segnali di resipiscenza quasi emergono dal tenore dei messaggi vocali inviati ad un’amica subito dopo i fatti“. A rivelare i dettagli è AdnKronos che riporta l’ordinanza a firma del gip del tribunale per i minorenni di Bologna, Luigi Martello.

Il minore rimarrà in carcere vista “la estrema violenza e la determinazione dimostrate durante tutto il corso dell’aggressione, che ha avuto una durata significativa, ed ha visto il giovane colpire ripetutamente con violenza con coltellate al collo, al petto ed alla gola la vittima ed infine colpirla anche con calci e soprattutto l’incapacità di autocontrollo il che rende particolarmente elevata la pericolosità attinente al rischio di reiterazione del reato“.

Contro di lui ci sono diverse prove: le “immagini riprese da un sistema di video sorveglianza che mostrano il giovane e la vittima allontanarsi assieme; recupero dell’arma utilizzata, sequestro degli indumenti indossati al momento dei fatti ed ancora sporchi di sangue; recuperi della cover del cellulare della vittima; tenore inequivoco dei messaggi vocali inviati ad un’altra amica cui raccontava quello che aveva commesso ed infine ampie dichiarazioni confessorie“.

Vittima colpita ripetutamente

Ricordo che non moriva e mi sono stupito di quanto fosse resistente il corpo umano“, avrebbe detto il ragazzo durante l’interrogatorio riportato da il Corriere della Sera. Le coltellate prima e i calci poi: “Ricordo che non moriva“. Durante l’interrogatorio era presente anche la madre, essendo lui minorenne: “Mio figlio non ha mai fatto del male a nessuno, stavamo cercando di risolvere il problema degli scatti di rabbia“, avrebbe spiegato lei agli inquirenti.