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Afghanistan, si protesta a Jalalabad e i talebani sparano. Le prime immagini in un video

Pubblicato: 18/08/2021 14:38

I talebani hanno aprono il fuoco a Jalalabad, stando alle notizie che emergono in questi minuti. Nella città, centinaia di persone stanno protestando sventolando la bandiera dell’Afghanistan. Sui social ci sono alcuni video che mostrano la manifestazione per le vie della città e il caos.

Protesta a Jalalabad: morti e feriti

Centinaia, se non migliaia” di persone stanno protestando contro l’abolizione della bandiera nazionale afghana, che nei giorni scorsi è stata sostituita ovunque da quella dei talebani. “Da quando abbiamo visto l’arrivo dei Talebani tutte le bandiere sono state un po’ alla volta rimosse e rimpiazzate dalle loro. Lo abbiamo visto a Kabul. A molta gente questo non piace, ma molti hanno dovuto rassegnarsi. Ma a Jalalabad non si sono rassegnati e qui c’è stata la resistenza di una buona fetta della comunità“, scrive Al Jazeera per spiegare le proteste per la città. Riportano le agenzie di stampa che ci sarebbero stati 3 morti e 12 feriti dopo che i Talebani hanno aperto il fuoco su un gruppo di manifestanti. Sarebbero stati picchiati anche alcuni cameraman.

Guarda il video delle proteste:

Abbattuta a Bamiyan la statua di un eroe sciita anti talebani

Al Jazeera riporta anche che nella provincia di Bamiyan, è stata distrutta la statua di Abdul Ali Mazari, leader sciita che combatté i Talebani nella guerra civile negli anni Novanta. Mazari venne ucciso dai Talebani nel 1996, quando il gruppo salì al potere in Afghanistan.

Continua intanto il caos all’aeroporto di Kabul, unico modo per lasciare l’Afghanistan. Un funzionario della sicurezza della Nato ha rivelato che almeno 17 persone sarebbero rimaste ferite nella calca che si è creata da quando i talebani sono entrati nella capitale.

Tommaso Claudi, console italiano rimasto a Kabul racconta ad Ansa: “Abbiamo purtroppo dovuto assistere a scene drammatiche ma siamo riusciti in condizioni di assoluta emergenza a riportare a casa i nostri connazionali e alcuni dei nostri collaboratori afghani che in questi anni ci hanno consentito di operare in un contesto difficile“. E ancora: “In Afghanistan stiamo assistendo ad una grande tragedia umanitaria e tutti stiamo dando il massimo mettendoci tutto il cuore e la professionalità di cui siamo capaci“.