Vai al contenuto

Strage di Viareggio, la manutenzione avrebbe evitato l’incidente: rese note le motivazioni della sentenza

Pubblicato: 07/09/2021 13:58

Sono state rese note le motivazioni della sentenza relativa al processo sulla strage di Viareggio, che nel giugno 2009 provocò 32 vittime. Per la Corte d’Appello, la corretta manutenzione avrebbe potuto evitare l’incidente. Il terribile giorno della strage, il deragliamento di un treno merci finì col danneggiare una cisterna di GPL: la fuoriuscita diede vita a un incendio e poi ad un’esplosione, che interessò non solo la stazione di Viareggio ma anche le aree abitate circostanti, causando 32 morti e un centinaio di feriti.

Strage di Viareggio, ruolo “tutt’altro che passivo” dell’impresa ferroviaria

L’8 gennaio scorso, la quarta sezione penale della Suprema Corte aveva fatto cadere l’aggravante relativa alla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, e in questo modo il reato di omicidio colposo era stato prescritto. Ora la Cassazione avrebbe disposto un nuovo processo per rivalutare alcuni profili di colpa, definendo nella sentenza tutt’altro che passivo” il ruolo svolto dall’impresa ferroviaria, a cui “sono attribuiti diritti di controllo dello stato del carro”. Inoltre, nel documento i giudici hanno sottolineato come “sin da prima del verificarsi del sinistro di Viareggio tutti gli operatori del settore ferroviario erano a conoscenza del fatto che una manutenzione non eseguita a regola d’arte era stata all’origine di alcuni incidenti ferroviari”.

Strage di Viareggio, le motivazioni della sentenza

La notte del 29 giugno 2009 una carrozza cisterna con un carico di GPL deragliò, dopo la rottura dell’assile. Secondo la ricostruzione dell’accusa, un picchetto a fianco della rotaia tranciò quindi la cisterna, provocando la fuoriuscita del gas che si incendiò e causò 32 vittime. In merito a questo evento, i giudici avevano dichiarato prescritti gli omicidi colposi, facendo così cadere l’aggravante del mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Per i giudici non ci fu “rischio lavorativo e di conseguenza l’obbligo delle società di valutare i rischi “non assume rilievo causale”. Inoltre, le motivazioni riportate nella sentenza precisano come l’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro non avrebbe potuto essere applicata al reato di omicidio colposo, contestato per le morti della strage di Viareggio, perché le vittime non sarebbero state assimilabili a lavoratori. Non avrebbe quindi potuto essere loro riconosciuto il rischio lavorativo. Si legge che, per la Cassazione, “L’integrazione dell’aggravante richiede che l’evento, anche quello occorso in danno di un terzo, sia concretizzazione del rischio lavorativo, ovvero del rischio di nocumento del lavoratore in conseguenza dell’attività espletata o del terzo che si trova in analoga situazione di esposizione

Ora si intende stabilire un nuovo processo di appello per disastro colposo nei confronti degli ex vertici delle ferrovie, tra cui Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana ed ex ad di Ferrovie dello Stato, condannato in appello a 7 anni, e Michele Mario Elia, ex RFI condannato a 6 anni in appello.

Immagine: Rabendeviaregia (Wikipedia) / Dimensioni modificate