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Le donne sfidano i talebani in Afghanistan: la resistenza e il coraggio passa attraverso gli abiti colorati

Pubblicato: 16/09/2021 09:39

Quanto coraggio ci vuole ad essere una donna in Afghanistan. Da quando i talebani sono tornati al potere, non c’è più posto per le donne se non uno: quello della casa, per fare figli. Sono solo di qualche giorno fa le parole del portavoce degli ‘studenti coranici’, Sayed Zekrullah Hashim, che all’emittente Tolo News ha spiegato come una donna non possa fare il ministro: “È come se le mettessi sulle spalle qualcosa che non può sostenere. Non è necessario che le donne siano nel governo, loro devono fare figli“. E così le donne perdono il lavoro e la libertà conquistata in questi anni di poter decidere, sognare e progettare il proprio futuro. Non perdono il coraggio, però, anzi. Proprio dalla loro inesauribile forza è nata l’iniziativa #DoNotTouchMyClothes.

Non toccate i miei vestiti: il colore delle donne dell’Afghanistan

Kahkashan Koofi è una delle donne di cui parlavamo prima. Ha 28 anni e nell’ultimo mese, da quando i talebani hanno preso Kabul, ha perso il lavoro come consulente per i media per il canale televisivo statale del Paese. Insieme alla sua famiglia ha cercato un posto al riparo dalla furia dei talebani, per paura di rappresaglie. Dopo averle tolto il lavoro, la nuova vita sotto il governo talebano stava per toglierle anche il colore dei suoi vestiti.

Secondo i talebani, infatti, le donne dovrebbe indossare il burqa, nero e integrale, ma lei sa che le donne afghane hanno una lunga tradizione di abiti bellissimi e coloratissimi. E così ha deciso non solo di vestirsi con gli abiti della tradizione afghana, ma ha anche postato le foto sui social dando vita al movimento #DoNotTouchMyClothes, Non toccate i miei vestiti. “Quando mi guardo allo specchio, mi dà un po’ di tranquillità“, ha raccontato al Washington Post, al telefono, da Kabul. “Qui viviamo in prigione“, ha aggiunto ancora.

Il coraggio delle donne afghane contro i talebani

Il coraggio di Koofi non è rimasto un caso isolato, moltissime altre donne si sono unite alla protesta, postando i loro abiti più belli. Ci hanno messo la faccia, anche sapendo quanto questo sia rischioso. Trovare qualcuno che pubblica la propria foto sui social è molto facile e la punizione dei talebani inimmaginabile. Pensiamo allora a quanto queste donne stiano lottando per la propria libertà, per quella delle proprie figlie, con una protesta contro i talebani a base di abiti colorati e tradizionali delle loro regioni, tribù e gruppi etnici senza alcuna certezza su quello che accadrà, ma decise a non farsi cancellare dai talebani. Mentre il resto del mondo resta a guardare.