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Salario minimo punto d’incontro del centro-sinistra: da Letta a Conte si riapre il dibattito con la Cgil

Pubblicato: 25/09/2021 16:52

In questa ultima settimana di campagna elettorale per le amministrative, nuovi sommovimenti scuotono lievemente il panorama politico italiano, creando delle divisioni ideologiche nell’adesione della maggior parte dei partiti al governo Draghi. Succede così che un nuovo asse programmatico sembra prospettarsi tra Enrico Letta, Giuseppe Conte e Maurizio Landini, segretario della Cgil. La trinità del centro-sinistra (lo è?) trova un terreno comune nel salario minimo, tema rilanciato nelle ultime ore un po’ da tutti.

La predominanza finora dell’arco del centro-destra, che trova nella Confindustria di Bonomi un interlocutore privilegiato, vede nascere un contraltare nella convergenza di PD, Movimento 5 Stelle e sindacati. Una partita per acquistare peso anche all’interno della maggioranza, guidata da un premier ben visto, forse troppo, dagli industriali.

Salario minimo: il terreno comune per rinsaldare l’alleanza tra Letta e Conte

Il salario minimo è un concetto rimbalzato più volte nelle ultime ore e negli ultimi giorni in vari incontri di PD e Movimento 5 Stelle, impegnati nella campagna per le amministrative. I due partiti hanno fallito nel rinfocolare l’alleanza nelle comunali, dove si trovano avversari nella maggior parte delle città al voto, ma in vista di partite ben più importanti, come l’elezione del capo dello Stato a febbraio, sembra essere tempo di serrare i ranghi.

Nella ricerca di un punto da cui ripartire per ricucire i rapporti spunta quindi il salario minimo, spesso invocato dai partiti di sinistra ma sempre considerato terreno scivoloso, anche dai sindacati.

Letta dalla Cgil con Landini: “Apriamo la discussione sul salario minimo”

Proprio Enrico Letta, dalla festa della Cgil a Bologna, rilancia la discussione sul salario minimo. Maurizio Landini dichiara che “Noi non possiamo passare dalla pandemia del virus alla pandemia dei salari“, evidenziando come in Germania sia diventato un punto programmatico del candidato Scholz. Il Paese ha già una soglia minima di 9,60 euro all’ora, che ora Scholz vuole far salire a 12 euro.

Noi dobbiamo aprire una discussione sul tema del salario minimo“, si dice d’accordo Letta, “Credo che sia una discussione matura, pronta, che avviene in tutta Europa. Dobbiamo legarla al dibattito europeo, credo che sia giusto che si apra anche in Italia“.

Conte: “Dobbiamo afferrare questa battaglia”

Anche Giuseppe Conte, nuovo leader del Movimento 5 Stelle, ha preso parte alla conferenza della Cgil. In collegamento video, l’ex premier ha dichiarato che il salario minimo “È un argomento che sta molto a cuore al Movimento 5 Stelle. Da tempo quella del salario minimo è una battaglia di cui noi siamo convinti perché il lavoro povero, e stiamo parlando di oltre 4 milioni di lavoratori, del 25%, non favorisce una buona allocazione nel mercato del lavoro, la qualità di vita delle persone e delle famiglie“.

Noi dobbiamo contrastare il calo demografico e lo contrastiamo con una politica intelligente ma anche globale, investendo di più sugli asili nido, ma anche sull’assegno unico, benissimo, ma anche ovviamente sul salario minimo“, spiega Conte, “Credo che ci siano le condizioni. Questo non significa emarginare la contrattazione collettiva, voglio dirlo ben chiaro a Maurizio Landini e a tutti gli amici del sindacato. Dobbiamo metterci intorno al tavolo, afferrare questa battaglia e realizzarla al più presto“.

La proposta del salario minimo per creare nuove alleanze

Il ritorno in scena del dibattito sul salario minimo è stato accolto favorevolmente da parte del PD e della sinistra. Nicola Fratoianni, segretario di SI, ha scritto su Twitter: “Un #SalarioMinimo (di almeno 10€ l’ora, come abbiamo proposto) per fuggire dal ricatto del lavoro povero e incentivi selettivi per favorire l’occupazione è buonsenso, Bene le parole di Enrico Letta e Giuseppe Conte: una base comune per costruire un’alternativa alla destra“.

Tweet di Nicola Fratoianni

L’apertura potrebbe diventare un punto di incontro in vista del dopo Draghi, su cui sia Letta che Conte si trovano d’accordo. Escluso un Draghi-bis e via diretta verso le elezioni. Il leader del Movimento 5 Stelle parla di un “patto sociale” e dichiara che “non si può parlare solo con Confindustria“. Parole arrivate dopo l’esclusione di PD e 5 Stelle dall’assemblea annuale, che ha visto Mario Draghi ospite d’onore a cui gli imprenditori hanno assicurato appoggio assoluto. Meglio tornare a rivolgersi ai sindacati e scrutare a sinistra dunque, in vista di sfide politiche ed elettorali per cui serviranno alleati, contro lo schieramento di centro-destra, smosso da sommovimenti interni ma compatto sulle priorità del programma.

Il salario minimo nel resto d’Europa

Che il salario minimo piaccia all’Europa è un fatto. Sono 21 gli Stati membri che lo hanno adottato e il Parlamento europeo lo scorso febbraio ha accolto la direttiva della Commissione per “garantire che i salari minimi legali siano sempre fissati al di sopra della soglia di povertà“.

Al momento se ne discute, ma il tema torna ricorrente, anche per le disparità all’interno dell’Eurozona nei salari. Se Francia, Irlanda, Germania, Belgio e Olanda possono contare su salari minimi che tengono gli stipendi tra i 1700 e i 1500 euro al mese, diversa la situazione per l’Est Europa, dove si attestano sui 700 euro. La Spagna è tra i Paesi che hanno un salario minimo, con i suoi 6,09 euro l’ora, contro i 9,41 della Germania e i 10,15 euro della Francia. L’Italia invece fa parte dei 6 Paesi dell’Unione Europea che non hanno adottato il salario minimo.