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Decreto Fiscale, dalla quarantena Covid a cassa integrazione e sicurezza sul lavoro: le novità approvate dal Cdm

Pubblicato: 15/10/2021 21:02

Il Consigli dei Ministri di Mario Draghi ha dato il via libera al nuovo decreto fiscale: tante le misure approvate, tra cui nuove norme su cartelle esattoriali, cassa integrazione, reddito di cittadinanza e le misure per la quarantena Covid. “Voglio esprimere la soddisfazione del governo e mia per le norme approvate sulla sicurezza sul lavoro – ha dichiarato Mario Draghi – Nei mesi scorsi abbiamo assistito a un numero inaccettabile di morti. Come governo, ci siamo impegnati a fare tutto il possibile per impedire che questi episodi possano accadere di nuovo“. Tutte le novità del decreto.

Decreto Fiscale, la quarantena Covid conta come malattia

Tra i punti fondamentali del decreto fiscale approvato questa sera c’è quello relativo alla quarantena causa Covid, che fino al 31 dicembre 2021 verrà “equiparata a malattia ai fini del trattamento economico previsto dalla normativa di riferimento e non è computabile ai fini del periodo di comporto“. Questo vale nel caso la quarantena sia condotta con sorveglianza attiva ma anche in caso di permanenza domiciliare fiduciaria. 1,2 i miliardi di euro previsti per coprire la nuova norma, ma non è l’unica in materia fiscale per il mondo del lavoro.

I datori del settore privato con obbligo previdenziale presso le gestioni Inps, infatti, hanno diritto a un “rimborso forfettario per gli oneri sostenuti relativi ai propri lavoratori dipendenti non aventi diritto all’assicurazione economica di malattia presso l’Inps“. Il rimborso è riconosciuto al datore di lavoro una tantum per ogni lavoratore, solo nel caso in cui la prestazione non si sia potuta svolgere in maniera agile. L’importo erogato da Inps è pari a 600 euro per lavoratore.

Cassa integrazione, cartelle e congedi parentali: le novità del Decreto Fiscale

Nel Decreto firmato in serata, sono previste novità anche sul tema della cassa integrazione, che viene rifinanziata per i datori di lavoro che sono costretti a sospendere o ridurre l’attività a causa dell’emergenza Covid-19. La cifra complessiva ammonta a 800 milioni e la proroga prevede 9 o 13 settimane da utilizzare fino al 31 dicembre. Contestualmente, è stato rifinanziato anche il reddito di cittadinanza con altri 200 milioni: la misura aveva dato vita ad un vero e proprio braccio di ferro tra i ministri di Pd e M5S e quelli di Lega, Forza Italia e Italia Viva. A spuntarla, a quanto pare, è stata ancora la volontà di Draghi di sostenere per ora la misura, salvo poi ridiscuterla lavorando alla prossima manovra. Giorgetti della Lega in serata però ha alzato la voce, ritenendo inaccettabili le coperture in campo per il reddito di cittadinanza.

Confermate anche le ipotesi che circolavano sulle cartelle esattoriali: il termine per l’adempimento spontaneo delle cartelle di pagamento notificate dal primo settembre al 31 dicembre 2021 viene prolungato “a 150 giorni dalla notifica, in luogo di 60“. Fino allo scadere dei cinque mesi di tempo, si legge, “non saranno dovuti interessi di mora e l’agente della riscossione non potrà agire per il recupero del debito“.

Sul tema famiglia e lavoro, i genitori di minori di 14 anni – siano essi lavoratori autonomi o dipendenti – potranno astenersi dal lavoro qualora l’attività scolastica del figlio venga sospesa. La norma prevede che la sospensione delle lezioni possa essere parziale o totale, per far scattare il congedo parentale. L’indennità riconosciuta in questo caso è il 50% della retribuzione.

Decreto Fiscale, approvate nuove norme per la sicurezza sul lavoro

L’entusiasmo di Draghi si è acceso proprio sul tema del lavoro, sotto la lente del Cdm anche a causa delle numerose morti bianche registrate nelle ultime settimane (mesi e anni). Le norme approvate “consentiranno infatti di intervenire con maggiore efficacia sulle imprese che non rispettano le misure di prevenzione o che utilizzano lavoratori in nero“. Nello specifico, si punta a incentivare l’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro e a potenziare il coordinamento dei soggetti competenti a presidiare il rispetto di tutte le prevenzioni sui luoghi di lavoro.

Sono state inasprite anche le sanzioni e prevedono “la sospensione dell’attività, anche senza la necessità di una reiterazione degli illeciti“. Per riprendere l’attività, bisognerà non solo mettersi in regola ma anche pagare una penale – raddoppiata se c’è già stato un provvedimento di sospensione nei 5 anni precedenti. Infine, cambiano le condizioni necessarie per la sospensione dell’attività per il lavoro in nero: 10% e non più 20% del personale “in nero” presente sul luogo di lavoro, anche in questo caso senza bisogno di recidiva.