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Eitan, i legali dei nonni materni presentano il ricorso sulla sentenza. La zia materna dichiara di non fidarsi

Pubblicato: 28/10/2021 17:08

Il giudice del Tribunale di Tel Aviv ha decretato che il piccolo Eitan dovrà ritornare in Italia, per vivere insieme alla zia paterna Aya Biran. I nonni materni del bambino sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone hanno annunciato sin da subito l’intenzione di presentare il ricorso. Ora il loro legale fa sapere che l’intervento avverrà in tempi più brevi del previsto.

Eitan: il legale dei nonni materni annuncia il ricorso sulla decisione di Tel Aviv

La prossima settimana, l’avvocato di Shmuel Peleg, nonno materno di Eitan Biran presenterà il ricorso contro la sentenza del giudice del Tribunale della Famiglia di Tel Aviv. A farlo sapere è Ansa, che ricorda come pochi giorni fa il giudice abbia decretato per il bambino il ritorno in Italia, in compagnia della famiglia paterna. Il tribunale ha riconosciuto le ragioni di Aya Biran Nirko, sorella del padre di Eitan, in base alla Convenzione dell’Aja sulla sottrazione dei minori. “Il ricorso dovrebbe essere presentato la settimana prossima perché i tempi sono stretti secondo la convenzione dell’Aja” ha dichiarato l’avvocato Ronen Dlayahu intervistato dalla radio pubblica Kan.

Il legale ha inoltre criticato il dibattito tenuto da Iris Ilotovich Segal. A suo dire infatti, il suo discorso “si è concentrato solo sulla questione se (Eitan, ndr) sia stato prelevato in maniera illegittima, ma non ha discusso del bene del bambino“.

Caso Eitan: l’avvocato parla di “protezione” del bambino e dell’intenzione dei suoi genitori

La convenzione dell’Aja conterrebbe inoltre argomentazioni riguardanti la “protezione” di Eitan e il danno che “potrebbe verificarsi se fosse riportato indietro”. Per l’avvocato dei nonni paterni “si tratta di un caso molto particolare sia in Israele sia nel mondo in cui a contendersi un minorenne non sono i genitori, ma membri della famiglia allargata”. Il legale ha inoltre parlato della necessità che Eitan trovi “pace e tranquillità” e ha dissentito con la sentenza della giudice, che ha ritenuto non provata la volontà dei genitori del piccolo di rientrare in Israele. “Dalle prove prodotte avevano un’intenzione inequivocabile di tornare nel Paese ha dichiarato. “La volontà, l’intenzione dei genitori era molto significativa: vedevano questo posto come il centro della loro vita” ha concluso.

La zia di Eitan non si fida dei nonni paterni: lo sfogo dopo la sentenza

Secondo quanto riferito dalle agenzia stampa di fonti legali israeliane, la zia di Eitan avrebbe deciso di non riportare il bambino dai nonni paterni, per mancanza di fiducia nei loro confronti. Shmuel Peleg, lo ricordiamo, è indagato in Italia per sequestro di persona, dopo che a settembre ha portato con sé il bambino in Israele servendosi di un volo privato. Lui e Esther Cohen hanno denunciato al Tribunale israeliano che Aya Biran non ha riportato il bambino a casa. La zia paterna non può ancora tornare a casa con lui, perché deve attendere che trascorrano 7 giorni entro i quali il nonno può presentare ricorso contro il verdetto.

“Lo Stato di Israele ha deciso di portarmi via mio nipote, che è l’ultima parte rimasta di mia figlia” sono le parole della nonna riportate dal Corriere della Sera. La scelta sarebbe stata a suo dire “dettata da considerazioni politiche per i rapporti con l’Italia“. “Perché non hanno chiesto a lui dove vuole vivere?– il suo sfogo- combatterò fino all’ultima goccia di sangue per il suo diritto a crescere qui come avrebbero voluto i genitori”.